Chiuso negli Stati Uniti l’accesso online ai rapporti sulle condizioni degli animali presenti in quasi diecimila tra laboratori, centri di ricerca, zoo e circhi. La decisione è stata presa dal Dipartimento dell’Agricoltura (Usda) per garantire la privacy ma sono forti le proteste delle organizzazioni animaliste. Secondo la rivista Science sono 7813 le strutture interessate dalla decisione che rende molto complesso, da adesso solo attraverso specifiche richieste, conoscere i trattamenti e le condizioni di salute degli animali presenti. Mille e duecento di questi sono centri di ricerca ospitati all’interno di strutture universitarie o gestite da agenzie governative come il National Institutes of Health o l’Agenzia americana del farmaco (Fda). Tra i documenti coperti dalla decisione ci sono i report delle ispezioni fatte dalle autorità e i censimenti annuali, e la revoca dell’accesso, spiega una nota Usda, è “basata sul nostro impegno ad essere trasparenti e mantenere il diritto alla privacy degli individui”. La decisione ha immediatamente scatenato le reazioni dei gruppi ambientalisti: “Sono letteralmente sbalordito – ha commentato su Nature Eric Kleiman, dell’Animal Welfare Institute – questo non solo rappresenta l’opposto della trasparenza ma ci riporta all’età della pietra”. Proprio l’accesso pubblico a questi documenti ha più volte fatto venire alla luce gravi abusi e inchieste, come nel 2012 con l’Università di Harvard che fu costretta a chiudere un centro sullo studio con i primati, o il più recente scandalo sugli abusi cronici scoperti nel centro di uno dei più grandi produttori mondiali di anticorpi estratti da animali poi costretto a ritirarli dal mercato. “Quest’azione – commenta la Humane Society International – non beneficia nessuno, escluso le strutture che hanno maltrattato animali e non vogliono che si sappia”. (Ansa)
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