Farmaci generici vietati ai veterinari, in Parlamento una proposta di legge “animal friendly”

AGGIORNAMENTO IN CODA DEL 27 OTTOBRE 2016 – LA POSIZIONE DI MARCO MELOSI, PRESIDENTE ANMVI

 

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Per quale motivo gli animali non possono accedere al mercato dei farmaci generici? Se ne parla tra poco a Roma con le parlamentari Silvana Amati e Michela Vittoria Brambilla. Curare gli animali è un diritto-dovere: non può e non deve essere considerato un lusso per pochi privilegiati. Cosa che invece non accade con l’attuale normativa in materia di farmaci veterinari. Come noto, infatti, i medici veterinari sono obbligati per legge a prescrivere terapie “griffate”; non possono cioè, come per gli umani, prescrivere farmaci generici. Farmaci che, solitamente, sono anche molto meno costosi visto che la differenza di prezzo in termini percentuali tra i primi e i secondi arriva spesso ad essere una il triplo dell’altra. Qualcosa, tuttavia, si sta muovendo in Parlamento. In Senato dove l’onorevole Silvana Amati è prima firmataria di una proposta di legge “Animal Friendly”, e alla Camera dove la deputata Michele Vittoria Brambilla sta conducendo da anni una strenua battaglia contro una discriminazione che non ha alcuna altra giustificazione se non quella del profitto. Proprio di questo si parla oggi 26 ottobre, a partire dalle 17, al Festival#Animali (Ex Mattatoio, Pelanda dei Suini, Roma, che chiude domani) con interventi della Senatrice Silvana Amati; della Deputata Michela Vittoria Brambilla; del dottor Silvio Borrello, direttore generale al Ministero della Salute, della sanità animale e dei farmaci veterinari e del dottor Marco Melosi, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari, che faranno il punto della situazione.

AGGIORNAMENTO DEL 27 OTTOBRE 2016 – LA POSIZIONE DI MARCO MELOSI, PRESIDENTE ANMVI

“Un rimedio concreto per contenere la spesa sulle terapie degli animali da compagnia è di non sprecare i medicinali veterinari: va consentito al Veterinario curante di dispensare i blister”. Il Presidente dell’Anmvi, Marco Melosi, è intervenuto così all’incontro promosso dalla senatrice Silvana Amati al Macro di Roma, nell’ambito del Festival#Animali organizzato dall’enpa e chi si è chiuso oggi. Il monito contro lo spreco dei farmaci lanciato pochi giorni fa dall’Aifa vale anche per la Medicina Veterinaria. In questa congiuntura economica, anche i privati cittadini – che sopportano in proprio i costi dei farmaci veterinari – sono alla ricerca di soluzioni di risparmio al pari del Ssn. “Nella cura degli animali da compagnia il farmaco veterinario è indispensabile, ma razionalizzare la spesa è possibile: basterebbe cominciare dal taglio degli sprechi, consentendo ai Medici Veterinari di dispensare i singoli blister, al posto delle confezioni intere, in base alle esigenze di trattamento prescritte dal Medico Veterinario curante”. Oggi “ci sono specialità medicinali veterinarie confezionate per quantitativi che possono rivelarsi sovradimensionati rispetto alle dimensioni del paziente animale, alla sua specie e alla durata del trattamento. Per questo – ha dichiarato Melosi – una svolta concreta, che richiederebbe solo poche righe di modifica normativa”. Sui generici, “il Medicinale Veterinario deve avere il suo equivalente veterinario”, ha detto Melosi, spiegando che per i Medici Veterinari “è fondamentale impiegare prodotti studiati e autorizzati specificamente per cani e gatti, rispettandone la natura di paziente animale”. I medicinali veterinari equivalenti o generici “esistono già” e avranno un ulteriore impulso con la nuova regolamentazione comunitaria – ha aggiunto Melosi, che tuttavia ha lanciato un “appello alla chiarezza”: i farmaci veterinari generici attualmente disponibili “devono essere più chiaramente riconoscibili ed identificabili dai proprietari per consentire loro una scelta consapevole”- ha detto Melosi – una scelta che “come accade in umana, deve essere fatta insieme al Medico Veterinario curante e non può essere ‘fai da te’. Ma il vero costo delle cure veterinarie è il Fisco: “Il medicinale veterinario non è mai disgiunto da una visita e da una diagnosi veterinaria ed è su queste che lo Stato italiano chiede il 22% dell’Iva e riconosce una detrazione fiscale ridicola”- ha ribadito Melosi: “Nessuna Legislatura nazionale è arrivata a votare una mozione plenaria come quella del parlamento spagnolo di pochi giorni fa per ridurre l’imposta sulle cure veterinarie. Nessun Governo nazionale ha concesso l’esenzione da IVA sulle cure veterinarie di base, come le profilassi indispensabili, il microchip o le sterilizzazioni. Se il Tesoro facesse un passo indietro su queste pretese di gettito avremmo davvero permesso ai proprietari italiani di risparmiare e agli animali di essere più tutelati contro abbandoni e mancate cure”, ha concluso Melosi.