Cinghiali, lupi, nutrie: denuncia degli agricoltori, “è emergenza, sono fuori controllo”

AGGIORNAMENTO DEL 20 GIUGNO 2016 – CIA AGRICOLTURA: “ABBATTIMENTI SELETTIVI E CARNE DONATA AGLI INDIGENTI”
Abbattimenti selettivi, controlli veterinari e carne agli indigenti. Sono queste le possibili soluzioni proposte dalla Cia-Agricoltori Italiani, per fronteggiare l’emergenza degli animali selvatici ormai fuori controllo in molte regioni italiane.  Cinghiali, innanzitutto, ma anche nutrie ed altri animali, minacciano campi coltivati e allevamenti ma anche la sicurezza dei cittadini. Il conto dei danni è già salato ma il fenomeno non ha ancora trovato soluzione da parte delle Istituzioni, spiega la Cia, perchè gli animali selvatici sono troppi in particolare i cinghiali che, con la caccia chiusa, sono proliferati e cercano cibo e acqua a valle. In attesa di varare un piano di più ampio respiro nel rispetto degli equilibri ambientali e degli animali, l’emergenza secondo la Cia, impone di chiedere abbattimenti selettivi. E per evitare una situazione da ‘Far West’ che potrebbe profilarsi a breve, serve una task-force coordinata da una regia istituzionale, che entri in azione rapidamente,  mettendo in sicurezza il territorio. Le carni ottenute, conclude la Cia, dopo accurati controlli effettuati da veterinari, potrebbero essere destinate a vantaggio degli indigenti, attraverso associazioni e onlus specializzate nella gestione delle mense e nella somministrazioni di pasti. (Ansa)
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POST ORIGINALE DEL 18 GIUGNO 2016
Evitare un’estate di sangue provocata dagli animali selvatici ormai fuori controllo in tutta Italia, ipotizzando l’intervento dell’Esercito. E’ la Cia-Agricoltori Italiani a lanciare un grido d’allarme sul problema di cinghiali ma anche nutrie che minano campi e sicurezza pubblica, con danni per agricoltori e pericolo per i cittadini.  ”Sono tre anni che denunciamo lo stato di questa emergenza – spiega l’organizzazione agricola – ma le istituzioni hanno fatto troppo poco a livello normativo e operativo; una cosa è certa torneremo a manifestare nelle regioni più colpite”. Il bilancio già pesantissimo per l’agricoltura potrebbe aggravarsi anche quest’anno, mettendo in pericolo le persone, dopo i lutti che sono verificati gli scorsi anni. Da un primo monitoraggio del territorio effettuato dalla Cia giungono segnalazioni di coltivazioni e allevamenti minacciati da cinghiali e lupi ma anche roditori, una situazione destinata a peggiorare con l’estate. ”Non escludiamo – avverte la Confederazione- così come già avvenuto in Toscana, che potremmo scendere di nuovo in piazza nei prossimi giorni in Emilia, Marche e Umbria, dove la situazione è da bollino rosso, qualora i nostri continui appelli rimangano inascoltati”. Quanto alle priorità, secondo la Cia è urgente che si attivino, tempestivamente, tavoli di concertazione con il Governo e le Regioni per trovare contromisure a questa piaga che non è risolvibile solo con azioni ordinarie, o peggio con disposizioni che rimangono sulla carta. Perchè la fauna selvatica non crea solo perdite materiali agli agricoltori, ma provoca incidenti stradali gravi e minaccia l’incolumità dei cittadini. (Ansa)
  • Guido Minciotti |

    Grazie Giacomo per la sua esperienza diretta e la lucidità dell’analisi. L’ho già scritto altre volte: difendere i (sacrosanti) diritti degli animali dimenticandosi dei diritti delle persone (di fare impresa, in questo caso) è un esercizio troppo facile. Saluti e in bocca al lupo (oops!) per la sua attività, gm

  • Guido Minciotti |

    Grazie Giacomo per la sua esperienza diretta e la lucidità dell’analisi. L’ho già scritto altre volte: difendere i (sacrosanti) diritti degli animali dimenticandosi dei diritti delle persone (di fare impresa, in questo caso) è un esercizio troppo facile. Saluti e in bocca al lupo (oops!) per la sua attività, gm

  • Giacomo Sizia |

    Danni agricoli causati dal proliferare incontrollato di animali selvatici.
    Eccola mia esperienza vissuta da coltivatore diretto,proprietario di un’azienda di 30 Ha.sita nella Langa Astigiana che la Provincia ha inserito -senza mia autorizzazione, parere o informazione preventiva – tra le”zone di rifugio e cattura”.
    2013:ho impiantato 50 pioppi ; rovinati il 50% dai caprioli,
    2015:a causa di fitopatologie varie ho dovuto reimpiantare 800 viti;600 di queste risultano rosicchiate dalle lepri che circolano indisturbate in quanto la Provincia di Asti-informata e sollecitata- non ha provveduto alla loro cattura,
    2016 febbraio:ho messo a dimora 45 piante di ciliegio,15 delle quali mostravano dopo solo 2 mesi danni alla corteccia ad opera di caprioli.
    A causa del fallimentare prezzo dei cereali ho dovuto convertire 15 Ha. di seminativo a foraggere-poi tutte trinciate-perché nessuno ha voluto ritirare i tagli, neppure regalandoli.Sarei stato contento che lepri, caprioli, cinghiali ecc. pascolassero come vacche nelle mie foraggere ma la selvaggina non gradisce questo menu’ e si rivolge ai coltivi sopra elencati con danni permanenti.
    Non mi vengano a dire che esiste l’esercizio del”rimborso danni” perché esso è -ben che vada-sempre in ritardo.mai sufficiente e non particolarmente etico per chi sa e vuole produrre nel migliore dei modi.
    Naturalmente conosco bene i presunti rimedi che il mercato offre agli agricoltori per fronteggiare gli attacchi ai coltivi e li ho sperimentati:barriere elettriche,recinzioni, prodotti chimici repellenti ecc…(trascuro l’elenco delle soluzioni stravaganti e insensate proposte da certi animalisti).
    Cito ad esempio un fitofarmaco repellente da irrorare nei frutteti:costo 40 Euro al lt., dosaggio 250/300 gr. da diluire in 100 lt.d’acqua, trattamenti da ripetere ogni 7/10 giorni a partire dalla primavera.Tradotto in cifre il costo per irrorare 6,70 Ha. di viti e 1,90 Ha. di frutteto è di 400 Euro di solo materiale, mano d’opera ed altri costi da aggiungere, senza considerare la ricaduta tossica di tali prodotti con tanti saluti all’agricoltura bio che invece tutti chiedono.
    A mio parere la soluzione piu’ naturale e semplice sta nella liberalizzazione della caccia agli ungulati accompagnata da adeguate campagne giornalistiche informative.
    28. 06.2016 Giacomo Sizia

  • Giacomo Sizia |

    Danni agricoli causati dal proliferare incontrollato di animali selvatici.
    Eccola mia esperienza vissuta da coltivatore diretto,proprietario di un’azienda di 30 Ha.sita nella Langa Astigiana che la Provincia ha inserito -senza mia autorizzazione, parere o informazione preventiva – tra le”zone di rifugio e cattura”.
    2013:ho impiantato 50 pioppi ; rovinati il 50% dai caprioli,
    2015:a causa di fitopatologie varie ho dovuto reimpiantare 800 viti;600 di queste risultano rosicchiate dalle lepri che circolano indisturbate in quanto la Provincia di Asti-informata e sollecitata- non ha provveduto alla loro cattura,
    2016 febbraio:ho messo a dimora 45 piante di ciliegio,15 delle quali mostravano dopo solo 2 mesi danni alla corteccia ad opera di caprioli.
    A causa del fallimentare prezzo dei cereali ho dovuto convertire 15 Ha. di seminativo a foraggere-poi tutte trinciate-perché nessuno ha voluto ritirare i tagli, neppure regalandoli.Sarei stato contento che lepri, caprioli, cinghiali ecc. pascolassero come vacche nelle mie foraggere ma la selvaggina non gradisce questo menu’ e si rivolge ai coltivi sopra elencati con danni permanenti.
    Non mi vengano a dire che esiste l’esercizio del”rimborso danni” perché esso è -ben che vada-sempre in ritardo.mai sufficiente e non particolarmente etico per chi sa e vuole produrre nel migliore dei modi.
    Naturalmente conosco bene i presunti rimedi che il mercato offre agli agricoltori per fronteggiare gli attacchi ai coltivi e li ho sperimentati:barriere elettriche,recinzioni, prodotti chimici repellenti ecc…(trascuro l’elenco delle soluzioni stravaganti e insensate proposte da certi animalisti).
    Cito ad esempio un fitofarmaco repellente da irrorare nei frutteti:costo 40 Euro al lt., dosaggio 250/300 gr. da diluire in 100 lt.d’acqua, trattamenti da ripetere ogni 7/10 giorni a partire dalla primavera.Tradotto in cifre il costo per irrorare 6,70 Ha. di viti e 1,90 Ha. di frutteto è di 400 Euro di solo materiale, mano d’opera ed altri costi da aggiungere, senza considerare la ricaduta tossica di tali prodotti con tanti saluti all’agricoltura bio che invece tutti chiedono.
    A mio parere la soluzione piu’ naturale e semplice sta nella liberalizzazione della caccia agli ungulati accompagnata da adeguate campagne giornalistiche informative.
    28. 06.2016 Giacomo Sizia

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