Ogni anno nel Mediterraneo sono oltre 130mila le tartarughe marine Caretta caretta che rimangono vittime di catture accidentali da parte dei pescatori professionisti. Circa 70mila abboccano agli ami utilizzati per la pesca al pescespada, oltre 40mila restano intrappolate nelle reti a strascico e circa 23mila in quelle da posta per un totale di 133mila catture con oltre 40mila casi di decesso. Lo ricorda Legambiente in occasione della Giornata mondiale della tartaruga che ricorre oggi affermando che la stima più realistica sarebbe di circa 200mila catture e 70mila decessi. Il World Sea Turtle Day è una giornata dedicata alla celebrazione delle tartarughe marine e alla loro importanza per l’ambiente marino (in omaggio al professor Archie Carr, nato appunto il 16 giugno 1909 e grande studioso di questi animali) e per l’occasione i due progetti italiani finanziati dalla Commissione Europea (attraverso il fondo LIFE+ NATURA 2012 TARTALIFE coordinato dal CNR-ISMAR di Ancona e LIFE CARETTA CALABRIA coordinato dal Comune di Palizzi) e finalizzati alla conservazione delle tartarughe nelle acque italiane uniscono le forze per sensibilizzare l’opinione pubblica – attraverso i social network e con attività nei centri di recupero in tutta Italia – sui principali rischi che ne minacciano la sopravvivenza. Negli ultimi anni la conservazione della Caretta caretta, la specie più comune nelle nostre acque inserita nella Direttiva Habitat e protetta da numerose Convenzioni internazionali, ha assunto un aspetto strategico per il bacino Mediterraneo, ricorda Legambiente. I pericoli principali per la conservazione della specie sono le catture accidentali dalla pesca professionale, il traffico marittimo, l’ingestione di plastica, degrado e urbanizzazione delle coste con conseguente danneggiamento dei siti di nidificazione e altro ancora. Proprio ieri un raro esemplare di tartaruga verde (Chelonia mydas) di 4 anni e 500 grammi di peso è stata soccorsa sulla costa di San Foca, in Salento, e ora è ospitata nella nuova casa per le tartarughe marine in difficoltà Luigi Cantoro di Torre Guaceto, nel Brindisino. Il rettile ha subito l’amputazione della pinna anteriore destra, ferita che è ormai cicatrizzata e con tutta probabilità è stata causata da reti nelle quali l’animale potrebbe essere rimasto impigliato in passato. La tartaruga è stata soccorsa perché non riesce a nuotare alla stessa velocità delle sue simili, è più lenta, ed è costretta a vivere sui bassi fondali. La Mydas, a differenza delle Caretta caretta e della Dermochelys che si nutrono di pesci, è vegetariana e adora la lattuga di mare.
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