Cassazione: viviseziona conigli in classe, licenziato a Milano un insegnante di anatomia

Confermato, dalla Cassazione, il licenziamento “per giustificato motivo” nei confronti di un professore di anatomia dell’istituto tecnico milanese Molinari che, nel 2010, durante la lezione in classe, aveva preso a martellate due conigli fino ad ucciderli. Il docente dell’Itis della periferia sud-est del capoluogo lombardo (che comprende un istituto tecnico tecnologico e un liceo scientifico con opzione delle scienze applicate) aveva anche compiuto prelievi di sangue sugli allievi e svolgeva i corsi di laboratorio per meno ore del previsto. Della vicenda si interessarono anche la Lega contro la vivisezione e associazioni animaliste, e ci furono interpellanze parlamentari. In particolare, la Suprema Corte, con la sentenza 11594 depositata oggi, ha respinto il ricorso del professor Carlo Rando contro la decisione della Corte di Appello di Milano del 2013 che aveva dato il nulla osta al licenziamento del docente, per i suoi “gravi” e “anomali” comportamenti. All’insegnante, l’Ufficio del Provveditorato di Milano competente per i provvedimenti disciplinari aveva contestato “l’assunzione di iniziative didattiche altamente diseducative, oltre che in aperta violazione della normativa vigente, delle direttive del Miur, delle norme in materia di sicurezza, delle vincolanti indicazioni del collegio dei docenti, in relazione al grave atto di crudeltà che risultava commesso su animali, alla presenza di minori e in assoluto spregio anche della sensibilità” degli stessi studenti. Il prof aveva detto di aver acquistato i conigli da un macellaio – quattro in tutto, due dei quali ancora vivi – e anche questo gli è stato contestato in quanto “anomala procedura di acquisto di animali da laboratorio”. Tra le altre violazioni, ricordate dal verdetto, “le gravi negligenze nell’espletamento dell’attività didattica per avere introdotto nella scuola materiale di incerta provenienza ed effettuato prelievi di sangue agli studenti in condizioni igieniche inadeguate e con rischio, quindi, anche per la loro salute”, e il “grave pregiudizio apportato al rapporto fiduciario scuola/famiglie”, oltre al “pesante danno apportato all’Istituto Molinari”. Infine, il prof si era autoridotto “l’espletamento del servizio con correlato danno in ordine alla preparazione degli studenti a lui affidati”.