Si inverte la tendenza e dopo decenni tornano ad aumentare le pecore in Italia, che nel 2016 può contare su un patrimonio di 7,2 milioni di capi, quasi 200 mila in più rispetto a cinque anni fa, secondo le ultime stime della Commissione europea. È quanto emerge dal dossier elaborato dalla Coldiretti, in occasione del Pecora Day. Migliaia di agricoltori con pecore di tutte le razze al seguito si sono trovati al Centro Universitario sportivo all’Aquila, a venti anni esatti dalla prima clonazione animale con la nascita della pecora Dolly. “Le pecore dopo essere state a lungo dimenticate stanno vivendo un momento di riscossa, con uno storico aumento delle greggi e l’arrivo di giovani pastori, proprio perché in Italia – sottolinea la Coldiretti – si è scelta una strada completamente diversa con l’innovazione nel rispetto della tradizione”. Proprio all’Aquila è stato sottoscritto oggi un accordo per utilizzare le greggi per la manutenzione del verde cittadino ad impatto zero, senza utilizzo di macchinari inquinanti (nella foto, le pecore tosaerba). L’accordo “di brucatura erba” avrà una durata di 18 mesi e prevede che possano partecipare al servizio solo i produttori agricoli singoli o associati, allevatori di ovini, con priorità ai giovani imprenditori agricoli, iscritti al Registro delle Imprese e che operano nell’ambito territoriale amministrativo della Regione Abruzzo. Una scelta già vista altrove: in Val Trompia, nell’alto bresciano, hanno arruolato un gregge per brucare circa 20 ettari di verde urbano, il comune di Ferrara le ha usate per curare lo spazio a ridosso delle mura cittadine e una grande multinazionale come la Whirpool ha “assunto” le pecore per pulire il prato che circonda un proprio stabilimento. Molti i fattori che hanno sostenuto la rinascita ovina, per Coldiretti. Dal boom della domanda all’estero di formaggi fino alla grande innovazione che ha rivoluzionato la pastorizia, con contributi che spaziano dalla cosmetica alla moda, dall’edilizia alla scuola alla manutenzione ambientale, la pet therapy fino a nuovi prodotti, dal gelato al latte di pecora al pecorino senza colesterolo. Un “clima” più positivo che ha spinto anche l’occupazione. In Italia, si stima che siano circa 2mila i giovani che hanno scelto di mettersi alla guida di un gregge. E con i giovani tornano anche le antiche razze ovine: sono 38 quelle salvate dall’estinzione dagli allevatori, in base ai dati dei Piani di sviluppo rurale della programmazione 2007-13.