Storia di solidarietà e di affetto fra uomini e cani quella che lega Vittorino Biglia, 56 anni, vicepresidente dell’Unione Italiana Ciechi di Imperia, con i due cani che sono stati gli occhi nella sua cecità. Penelope, una labrador bionda, lo ha accompagnato ed è stata la sua ombra per cinque anni prima di essere lei stessa, per strano caso del destino, colpita nel novembre scorso dalla stessa disabilità del suo padrone. Penelope è affetta da una retinopatia grave, una malattia rarissima che colpisce un cane su diecimila, e non può più fare il cane guida. Ad assistere lei e il suo padrone è arrivato Spritz, un esuberante labrador maschio nero, due anni ad agosto, che ora accompagna Vittorino Biglia e la sua ‘collega’ Penelope (nella foto Ansa/Gio’ Barbera). Vittorino Biglia, da 30 non vedente, non ha voluto per un momento riportare Penelope alla scuola di Limbiate dove era stata addestrata nel 2010 per poi essere inviata, grazie ad una donazione del Lions Club di Collegno, a casa Biglia. Di cani guida abbiamo già scritto qui e qui su 24zampe. “Lei resta qui con me per sempre”, dice Vittorino, centralinista telefonico e operatore informatico in una banca e che vive tra Rivoli e Civezza, paese dell’entroterra imperiese. “Si direbbe che sono una persona sfortunata – racconta Vittorino – Ma questa storia mi ha anche fatto capire il vero e unico amore che gli animali hanno per l’uomo e per i loro simili”. Anche Spritz è stato addestrato a Limbiate e donato dal Lions Club La Torre di Imperia. “Non si allontana neppure per idea. Suonano alla porta di casa e lui precede tutti. Penelope lo segue a fatica perché non vede e talvolta rotola giù per le scale”. La storia di Penelope ha dell’incredibile. “Cinque anni di onorato servizio fino a quando una mattina di novembre una ragazza in metro mi ha chiesto se ero sicuro che il mio cane stesse bene. Subito non ci ho dato peso, poi mi sono preoccupato e lo abbiamo fatto visitare da un veterinario. La diagnosi era pazzesca: retinopatia. Scherzo del destino che mi fa stare male. Storia simile alla mia che ho perso la vista a circa vent’anni a causa di una retinite pigmentosa, malattia degenerativa attualmente irreversibile”, spiega il padrone di Penelope e Spritz, ricordando che la notizia l’aveva lasciato “distrutto, disarmato, una nuova brutta tegola su una vita già tormentata”. “Ma mi sono fatto forza e coraggio come sempre e mi sono detto: ‘Penelope resterà con me’ e così è stato”. E ora c’è anche Spritz. (Ansa).