Stop ai rifiuti fuori dai locali e pulizia costante di cortili e spazi privati. Questo uno dei cardini della lotta contro i topi decisa dal Comune di Roma pena multe fino a 500 euro. Nella stessa ordinanza viene espressamente vietato di dar da mangiare a gabbiani, colombi, fauna selvatica su aree pubbliche. Alcune fonti hanno forse equivocato il provvedimento, “estendendo” erroneamente il divieto a cani e gatti. Ma su questo punto la Lav è molto chiara: “L’ordinanza diffusa ieri dal Commissario Straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca, qui, non vieta di dare cibo a gatti e cani in condomini e strade. E non poteva prevederlo, visto che questo diritto-dovere per i cittadini, nei confronti di animali domestici vaganti e quindi come tali di proprieta’ giuridica del Comune, e’ stato ribadito in piu’ sentenze di Tar in tutta Italia, che da diversi anni annullano illegittimi divieti di questo genere”.
L’ORDINANZA DI TRONCA
Il provvedimento di Tronca rafforza l’azione di contrasto alle infestazioni di ratti e topi e affianca l’attività di deratizzazione e disinfestazione messe in campo dall’Amministrazione e da AMA con altre misure. L’ordinanza prescrive, dunque, a tutti coloro che hanno la disponibilità o la titolarità di immobili e spazi, siano essi privati, enti e amministratori di condominio, e ai proprietari, titolari o gestori di attività connesse alla produzione, conservazione o distribuzione di alimenti (come ad esempio bar, ristoranti, tavole calde, etc.) e di aziende ricettive dove si svolge l’attività di deposito, produzione, commercio e somministrazione di prodotti alimentari, comportamenti necessari (come ad esempio pulizia e manutenzione costante degli spazi, rimozione dei rifiuti, deratizzazione, etc.) a fronteggiare la prolificazione di ratti e topi.
LA REPLICA DELLA LAV
“La giusta e doverosa pulizia dei luoghi dove si fornisce cibo agli animali domestici – sostiene l’assocazione di tutela per gli animali Lav – è già prevista nel Regolamento comunale tutela animali del 2005, lo stesso che ha previsto il divieto di alimentare i piccioni, ribadito dall’ordinanza. Questo a tutela anche dei piccioni stessi. D’altronde, anche per i gabbiani, fino a che vi saranno discariche a cielo aperto, questi animali oltre a topi e ratti troveranno modo di alimentarsi e proliferare. Riguardo alle attività di prevenzione incruenta della popolazione murina, infine, la Lav le approva in pieno, mentre condanna l’inutile, anzi dannosa e costosissima per le casse pubbliche, lotta con esche avvelenate”. Il rispetto dell’ordinanza sarà assicurato dai Municipi, a mezzo della Polizia Municipale e dei Dipartimenti di Prevenzione delle Asl, che nel caso di inadempienze potranno comminare sanzioni che vanno da 50 a 500 euro.