La capacità di percepire la qualità del suono e le melodie non appartiene solo agli uomini. Le marmoset, minuscole scimmie sudamericane, sembrano usare i segnali acustici in modo simile all’uomo, riuscendo a distinguere tra toni alti e bassi. A scoprirlo è uno studio dei ricercatori coordinati da Xiaoqin Wang, dell’università Johns Hopkins, pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana di scienze (Pnas), qui. Secondo la ricerca, la percezione dei toni si è evoluta nell’arco di 40 milioni di anni, per consentire la comunicazione vocale e vocalizzi simili alle canzoni. “Finora non avevamo mai pensato che una specie animale percepisse i toni nel nostro stesso modo – commenta Wang -. Ora sappiamo che le marmoset lo fanno”.
Le marmoset (nella foto) sono delle minuscole scimmie native del Sudamerica, molto socievoli e ‘canterine’. Già 10 anni fa Wang ha identificato la regione nel loro cervello coinvolta in questo processo, cioè i neuroni della corteccia uditiva primaria, che si attivano solo dopo che sono state esposti a dei suoni con un tono, come il passaggio tra note alte e basse associato a una melodia, e non a quelli che ne sono privi, come il rumore. Ciò che mancava era la prova comportamentale che le scimmiette potessero percepire e rispondere ai diversi toni come gli esseri umani. Altre specie animali percepiscono i toni, sottolinea Wang, “ma nessuno ha le tre caratteristiche della percezione umana” di questi.
Le persone sanno riconoscere meglio le differenze di toni alla basse frequenze che a quelle alte: sanno cogliere i piccoli cambiamenti nella diffusione tra i suoni a basse frequenze, mentre alle alte frequenze sanno percepire le differenze tra i toni suonati in modo simultaneo (una capacità correlata alla sensibilità al ritmo). I test condotti dai ricercatori hanno verificato che le marmoset condividono queste caratteristiche con gli uomini, suggerendo così che le componenti umane della percezione dei toni si siano evolute molto prima di quanto finora pensato. (Ansa)