Nel Dna di un pesce si nasconde il segreto per invecchiare in buona salute, combattendo le malattie caratteristiche dell’età avanzata. Il pesce, chiamato Nothobranchius furzeri, ha una vita brevissima e riesce a bloccare il suo sviluppo genetico embrionale con un processo molto simile a quello dell’invecchiamento. Lo fa quando le pozze d’acqua in cui vive, nel Mozambico, si prosciugano. Il suo Dna, pubblicato sulla rivista Cell, è stato studiato fra Italia e Germania, dalla Scuola Normale di Pisa e dall’Istituto Leibniz di Jena. Il piccolo pesce (nella foto) è in grado di riprodursi all’età di tre settimane e in pochi mesi completa il suo ciclo vitale.
Nella sua breve vita sviluppa le stesse malattie che affliggono gli anziani, come quelle cardiovascolari e neurodegenerative, i tumori. “Questa ricerca può dare un contributo importante e accelerare lo sviluppo di nuovi farmaci per le malattie legate all’invecchiamento e alla neurodegenerazione tra cui l’Alzheimer”, ha osservato Antonino Cattaneo, direttore del Laboratorio Bio della Scuola Normale di Pisa e direttore scientifico dell’Istituto europeo per le ricerche sul cervello (Ebri). Nel Dna di questo pesce ci sono infatti geni identici a quelli umani. La mappa del Dna del pesce del Mozambico dimostra per la prima volta come, in un vertebrato, i programmi genetici attivati durante l’invecchiamento e lo sviluppo embrionale siano simili.
”Questi animali mostrano un invecchiamento accelerato e permettono di svolgere, nell’arco di mesi, ricerche che richiederebbero anni nel topo”, ha rilevato Alessandro Cellerino della Scuola Normale di Pisa, che ha cominciato a studiare questo pesce singolare 12 anni fa. Tutti i dati generati in questo studio, hanno rilevato gli autori, sono liberamente accessibili via web alla comunità scientifica mondiale e permetteranno, tramite ulteriori analisi, di formulare ipotesi sui geni chiave che controllano il processo di invecchiamento, visto che i geni di questo pesciolino sono presenti anche nel genoma umano. (Ansa)