Bestiario associativo climatico. Ambientalisti e animalisti a Parigi per #COP21

LE ASPETTATIVE DI AMBIENTALISTI E ANIMALISTI PER COP 21
Arrivare a un trattato giuridicamente vincolante per tutti i Paesi che possa contenere l’incremento della temperatura del pianeta entro 1,5, massimo 2 gradi C, puntare su un’energia 100% rinnovabile, dire stop all’era dei combustibili fossili per tagliare drasticamente le emissioni di gas serra, anche affrontando il tema dell’allevamento sostenibile e della produzione di gas serra legati all’alimentazione. Sono queste alcune delle istanze che arrivano dalle maggiori organizzazioni ambientaliste e animaliste per la Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici che si è aperta ieri pomeriggio a Parigi (nella foto Reuters/Andrea Comas, alcuni manifestanti del Wwf nella capitale francese) ma i cui lavori ufficialmente partono stamattina.

A protester dressed as a panda bear demonstrates during a rally held the day before the start of the Paris Climate Change Summit in Madrid, Spain, November 29, 2015. The placard reads: "Stop Climate Change".    REUTERS/Andrea Comas TPX IMAGES OF THE DAY

A protester dressed as a panda bear demonstrates during a rally held the day before the start of the Paris Climate Change Summit in Madrid, Spain, November 29, 2015. The placard reads: “Stop Climate Change”. REUTERS/Andrea Comas TPX IMAGES OF THE DAY

Vediamone alcune, rimandando ai siti internet delle singole associazioni per le posizioni nel dettaglio: Wwf, Greenpeace, Legambiente, Federcaccia, Arcicaccia, Lipu, Enpa, Ciwf e Lav.

+++
WWF
“Abbiamo bisogno di un piano climatico incisivo – sottolinea Marco Lambertini, direttore generale del Wwf International – in grado di tagliare drasticamente il carbone, promuovere l’energia rinnovabile, fornire il sostegno finanziario promesso e proteggere gli ecosistemi a forte assorbimento di carbonio come le foreste e gli oceani”. Per questo l’organizzazione del Panda chiede che l’accordo segua le indicazioni della comunità scientifica e riduca le emissioni per mantenere il riscaldamento entro 1,5 gradi. Ma affinché l’auspicata intesa della Cop21 venga raggiunta, strumento importantissimo secondo il Wwf saranno i meccanismi finanziari con aiuti ai Paesi più vulnerabili per raggiungere i propri obiettivi di adattamento. Aiuti che però siano vincolati a precisi obiettivi, mettendo in piedi uno stringente meccanismo di monitoraggio. Questo consentirà, secondo il Wwf, di creare quel clima di fiducia tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo dal quale potrebbe scaturire l’accordo. Per quanto riguarda invece l’Unione europea, secondo il Wwf andranno creati meccanismi per favorire investimenti nelle rinnovabili e penalizzare i sussidi, diretti e indiretti, ai fossili.
+++
GREENPEACE
Ad auspicare l’accordo su un trattato che vincoli le parti a un livello di «obbligatorietà» legale del taglio delle emissioni di gas serra è anche Greenpeace. «La scienza ci dice che il tempo sta per scadere nella lotta contro il cambiamento climatico – ricorda l’organizzazione -. I leader mondiali si incontrano a Parigi per rispondere. Abbiamo bisogno di una visione a lungo termine». Per questo Greenpeace ribadisce l’esigenza di porre fine all’era dei combustibili fossili tracciando una road map per che porti a un’energia 100% rinnovabile.
+++
LEGAMBIENTE
Un obiettivo possibile e necessario anche secondo Legambiente. «Oggi rispetto a 6 anni fa alla conferenza di Copenaghen ci arriviamo con la possibilità di arrivare a un accordo internazionale non solo perché ogni Paese ha preso degli impegni ma perché – sottolinea Edoardo Zanchini, vicepresidente Legambiente – le rinnovabili nel frattempo sono diventate un vero pilastro del sistemo energetico. Per cui si è arrivato a numeri impressionanti di contributo sia in Europa che negli Stati Uniti. In California, ad esempio, ci sono obiettivi del 65% al 2030. Quello che tutti i Paesi adesso devono fare è riuscire ad integrare le rinnovabili nel modo migliore nel proprio sistema energetico».
+++
CACCIATORI
Federcaccia, Arci Caccia e ANUUMigratoristi e tutti i cacciatori riuniti sotto lo slogan «Il clima e’ il mio pallino» hanno aderito alla manifestazione della vigilia della conferenza sul clima di Parigi, la COP21. Chiedono che da Parigi scaturisca un accordo equo, legalmente vincolante, che consenta di limitare il riscaldamento globale legato alle attivita’ umane ben al di sotto di 2 °C (possibilmente 1,5 °C), accelerando la transizione verso la decarbonizzazione e lo sviluppo sostenibile. inoltre chiedono che l’Accordo di Parigi ponga le basi per un mondo nel quale le attivita’ umane non danneggino le fondamenta della vita, nel quale le risorse naturali vengano usate in modo sostenibile e vengano distribuite in modo equo, minimizzando gli «scarti» delle attivita’ umane affinche’ non minino il funzionamento degli ecosistemi e che a Parigi si costituisca – continua la nota – un impegno per il mondo ad agire insieme, in fretta e in modo efficace”. “Essendo tra coloro che vivono, provano emozioni e passioni nelle campagne e nei boschi – continuano i cacciatori – ci sono ben note ed evidenti le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla natura e ci aspettiamo che l’accordo di Parigi consenta di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 2 °C”.
+++
LIPU
Gli uccelli `spie´ della salute del pianeta. Come il pinguino di Adelia, nel sud delle Shetland, la fregata minore, nell’Oceano Pacifico, o, sulle nostre Alpi, di specie come pernice bianca e fringuello alpino. Per il vertice mondiale di Parigi sul clima (Cop 21), Lipu ricorda quante preziose specie di uccelli siano a rischio estinzione per gli effetti, appunto, dei cambiamenti climatici. E’ il caso del pulcinella di mare, che nelle ultime tre generazioni è calato del 50% a causa della riduzione degli stock ittici indotti dai cambiamenti climatici, o della fregata minore, le cui colonie di nidificazione, nell’Oceano Pacifico, sono vulnerabili all’innalzamento del livello del mare, o del colibrì di Allen, il cui areale riproduttivo si ridurrà del 90% entro il 2080, mentre solo il 7% di tale areale sarà ancora adatto alla nidificazione. Secondo la Lipu, la grave minaccia dei cambiamenti climatici deve essere affrontata stipulando, al vertice di Parigi, un forte accordo tra i Paesi per abbattere in modo drastico i gas serra, investendo anche sulla natura, proteggendo gli ecosistemi che conservano il carbonio (per esempio foreste, zone umide, oceani e torbiere), conservando e connettendo gli habitat per aiutare le specie a muoversi sul territorio (le cosiddette reti ecologiche) e utilizzando gli uccelli selvatici come `messaggeri´ della natura per capire i cambiamenti climatici e prendere adeguate decisioni. Le soluzioni proposte da Lipu sono descritte in dettaglio nel report dal titolo `The Messengers´, lanciato da BirdLife International e Audubon Society (BirdLife in Usa).
+++
ENPA
L’Ente nazionale protezione animali auspica una «rivoluzione copernicana» negli stili di vita. Un cambiamento responsabile e radicale senza il quale non sara’ possibile invertire la rotta rispetto al riscaldamento globale. Il World Watch Institute infatti stima che gia’ nel 2010 negli allevamenti di tutto il mondo erano presenti 26,7 miliardi di animali tra bovini, suini, ovini e avicunicoli, causa di emissioni serra di gran lunga superiori a quelle prodotte dal traffico e dalle industrie. Per questo, se a Parigi non dovessero essere prese opportune contromisure in tal senso, la Cop 21 rischia di mancare in buona parte l’obiettivo, se lascera’ irrisolta la questione del potenziale climalterante del sistema carne sul pianeta. “Ignorare tale questione, significa non aver compreso la reale portata del `global warming´ ne’ il particolare periodo storico nel quale viviamo. Infatti – si chiede la consigliera nazionale di Enpa, Annamaria Procacci- come ci si puo’ accontentare di diminuire gli inquinanti delle automobili o delle fabbriche quando poi gli allevamenti nel tempo rilasciano in atmosfera miliardi di tonnellate di gas serra? Come ci si puo’ accontentare di rimandare, magari per compiacere interessi di parte, decisioni che appaiono improcrastinabili?».
+++
CIWF
La CIWF (Compassion in World Farming), ong internazionale per la protezione degli animali negli allevamenti, denuncia in una nota l’assenza dell’allevamento e delle abitudini alimentari nei negoziati sui cambiamenti climatici di Parigi e lancia una petizione internazionale perché entrino a far parte dell’agenda di COP21 come importanti settori produttori di gas serra. CIWF chiede inoltre che venga fissato un obiettivo di riduzione del consumo di carne del 50% entro il 2030 nei paesi sviluppati. “L’allevamento contribuisce per il 14,5% alle emissioni totali di gas serra globali, secondo i dati della FAO – scrive CIWF -. Si tratta di una percentuale importante, eppure durante la prossima Conferenza delle Parti che si svolgerà a Parigi, non ci saranno negoziazioni relative all’allevamento e neanche allo stile alimentare. E’ per questo che CIWF ha lanciato una petizione per chiedere che questi due argomenti entrino a far parte dei negoziati di Parigi”. Ne abbiamo parlato diffusamente qui su 24zampe.
+++
LAV
“Il clima lo può e lo deve cambiare – in positivo – ognuno di noi: cambiando menu”. Questo è l’assunto della Lega anti vivisezione enunciato sul sito della Lav. Cambiando menu e adottando un’alimentazione vegan si possono ridurre le emissioni di gas serra: un’alimentazione onnivora ne produce circa il doppio di una vegana. I gas serra sono una minaccia invisibile, ma molto reale. Significano temperature globali più calde, eventi meteorologici estremi come ondate di calore e inondazioni, scioglimento dei ghiacci, innalzamento del livello del mare, una maggiore acidità degli oceani e conseguente sofferenza di tutte le popolazioni, umane e non umane. Fenomeni già in atto. La siccità, le inondazioni e altri disastri determinati dai cambiamenti climatici sono diventati più frequenti e violenti negli ultimi tre decenni, con moltissimi  danni soprattutto in Paesi del Sud del mondo e determinando un crescente rischio di insicurezza alimentare. E’ quanto si legge in un rapporto pubblicato il 26 novembre dalla Fao, in vista della conferenza sui cambiamenti climatici (Cop21) di Parigi. Questi sono i temi che Lav si augura siano sul tavolo di Parigi.

  Post Precedente
Post Successivo