Bestiario cinghialato. Anci: “Vietare in modo chiaro l’allevamento di cinghiali, Enpa: “Abbandonare gestione venatoria”, situazione in Lazio e cronaca a Bologna

AGGIORNAMENTO DEL 21 OTTOBRE 2015
ANCI: VIETARE CON CHIAREZZA L’ALLEVAMENTO DEI CINGHIALI
“Ci appelliamo alla sensibilità del senatore Stefano Vaccari, relatore del Collegato Ambientale, che ha iniziato oggi il suo iter al Senato: l’allevamento dei cinghiali deve essere vietato in modo chiaro su tutto il territorio nazionale”. Lo afferma il sindaco di Pavia e coordinatore nazionale aree protette dell’Anci, Massimo De Paoli. “Sta per essere votato un emendamento che vieta sì l’immissione di nuovi animali su tutto il territorio, ma d’altro canto affida alle Regioni la responsabilità di delimitare le aree dove ne viene vietato l’allevamento. Di conseguenza – spiega ancora Depaoli – potenzialmente l’allevamento di cinghiali viene di fatto consentito, salvo intervento delle stesse Regioni. Siamo molto preoccupati per gli evidenti problemi e danni che il sovrappopolamento sta già causando ad agricoltori, persone e cose. Una previsione come quella attualmente presa in considerazione al Senato – conclude – non farebbe che aggravare questi problemi”. (Ansa)
AGGIORNAMENTO DEL 20 OTTOBRE 2015
L’ENPA STA CON L’ANCI: STOP A ALLEVAMENTI E ABBANDONARE TUTTA LA GESTIONE VENATORIA
L’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) condivide la richiesta dell’Anci di inserire, nel Collegato Ambientale attualmente all’esame del Parlamento, il divieto di ripopolamento e allevamento di cinghiali a fini venatori. “Come Enpa denuncia da sempre – sottolinea in una nota – all’origine della presunta emergenza ci sono proprio tali pratiche; ed è anche per questo che le politiche di sterminio ultraventennali finora seguite non hanno mai prodotto alcun risultato”. “Come l’Anci anche noi non riusciamo a capire come mai una misura di buonsenso – sottolinea Andrea Brutti, dell’Ufficio Fauna Selvatica di Enpa – all’apparenza così semplice da applicare, qual è appunto il divieto di ripopolamento e di allevamento, rimanga ancora sulla carta”. Secondo Enpa, ”per prevenire quegli squilibri nelle popolazioni di cinghiali, che oggi sono soltanto presunti, occorrono interventi ad ampio spettro che prevedano censimenti scientifici; controlli sugli allevamenti, sulle reintroduzioni abusive, sul commercio illegale (anche con un monitoraggio dei canali web); attività di sensibilizzazione e di informazione dei cittadini; una nuova politica di gestione dei rifiuti e degli allevamenti di suini allo stato brado (per evitare l’ibridazione con i cinghiali). Ma – soprattutto – è fondamentale abbandonare una volta per tutte la vecchia strada della gestione venatoria”. (Ansa)
AGGIORNAMENTO DEL 19 OTTOBRE 2015
ANCI: NO A NUOVI ALLEVAMENTI DI CINGHIALI
«Riaffermare nel collegato ambientale i principi della legge 157 sulla caccia: divieto di allevare e introdurre la specie cinghiale a fini venatori e di ripopolamento. E’ questo il senso di un emendamento che abbiamo presentato come Anci, a fronte di ulteriori emendamenti che invece adombrano la possibilità di dar vita a zone di ripopolamento per i cinghiali al di fuori delle aree protette”. E’ quanto afferma il coordinatore nazionale delle aree Protette dell’Anci, Massimo Depaoli. «E’ evidente che siamo di fronte a un fenomeno di sovrappopolazione su tutto il territorio nazionale, e per questo non comprendiamo la ragione di prevedere nuovi allevamenti”, continua. «Oltre ai problemi di sovrappopolamento che verrebbero aggravati se questo emendamento passasse – conclude – c’è anche la questione relativa agli oneri su controlli e cartellonistica, che verrebbero scaricati sugli enti locali».
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POST ORIGINALE DEL 18 OTTOBRE 2015
LAZIO: COLDIRETTI, IN ALTO MARE COMITATO SCIENTIFICO PER FAUNA SELVATICA
Nella Regione Lazio è ancora in alto mare la costituzione del comitato scientifico per la fauna selvatica. A dirlo la Coldiretti Lazio in una nota. «Dopo il buon risultato ottenuto -si legge- con l’approvazione da parte della giunta regionale del Lazio del programma operativo per l’anno 2016, relativo alla tutela, gestione e controllo della fauna selvatica, con la previsione di 11 milioni di euro destinati a misure di prevenzione, oltre che di gestione e controllo della fauna selvatica senza dimenticare gli indennizzi per i danni arretrati e quelli eventuali futuri, la Coldiretti del Lazio lamenta l’inerzia della Regione Lazio nell’attuare quanto deliberato a partire dalla costituzione del comitato scientifico di supporto previsto dalla legge numero 4 del 2015». Inoltre, prosegue, «non si hanno notizie circa l’apposita struttura che sarebbe dovuta nascere all’interno della direzione generale Agricoltura dell’assessorato, per gestire e coordinare gli interventi che ad oggi ancora richiamano la competenza di troppi enti». Per questi motivi, la Coldiretti del Lazio ha chiesto alla Regione «un incontro urgente con l’obiettivo di avviare subito le attività di esecuzione e attuazione del programma operativo 2016 recentemente approvato». «Nel frattempo le imprese agricole continuano a subire i danni della fauna selvatica rischiando di far aumentare la necessità di risorse per gli indennizzi che al contrario Coldiretti Lazio vuole siano concentrate prevalentemente su misure di prevenzione, gestione e controllo», conclude.
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BOLOGNA: CINGHIALI NEL GIARDINO DELL’ASILO, SI LITIGA SULLA PROVENIENZA
Poteva essere un incontro `ravvicinato´ tra i bambini delle Giovanni XXIII in viale Roma a Bologna e alcuni cinghiali, avvistati nel giardino della materna «Domenico Savio 2» e dell’asilo nido «Giovannino». La preoccupazione dei genitori ha raggiunto la Citta’ metropolitana che, attraverso Lorenzo Minganti, il consigliere metropolitano con delega all’Agricoltura, ambiente e caccia, rassicura che la situazione e’ sotto controllo. «Ci stiamo occupando della vicenda presidiando in modo costante la zona. I cinghiali sono scesi dalle colline del Parco dei Gessi» commenta Minganti che viene pero’ smentito dal presidente della Comunita’ del Parco, Giorgio Archetti: «Non mi risulta che i cinghiali abbiano segni di riconoscimento che ne certifichi la provenienza. Il piano di abbattimenti del Parco dei Gessi e’ in linea con gli obiettivi». Nonostante la discussione sul `passaporto´ suino, per Minganti, «serve un piano per arginare il problema di sovrappopolamento di cinghiali e mettere in sicurezza le zone limitrofe al Parco». (Dire)