Commercio di prodotti derivati da foche, la Ue rafforza il divieto: “Volontà di milioni di europei”

Nuovo giro di vite dell’Unione europea contro il commercio di prodotti derivati dalle foche. I 28 Stati membri hanno dato il via libera finale ad un rafforzamento del divieto già esistente, eliminando la deroga fino ad ora prevista per le catture legate “alla gestione della risorsa marittima” per proteggere gli stock di pesca, mentre rimane quella a favore della comunita’ Inuit. Su 24zampe abbiamo già parlato qui della deroga che riguarda le popolazioni esquimesi indigene.
Questa decisione dell’Ue “consolida la volontà di milioni di europei, la cui preoccupazione per il benessere animale ha portato al bando commerciale” commenta Sonja Van Tichelen, direttore regionale dell’International Fund for Animal Welfare (Ifaw), l’organizzazione animalista da anni impegnata nella campagna in difesa delle foche. Il primo divieto Ue risale ormai al 2009, quando i 28 hanno vietato l’import di cappotti di pelle di foca, guanti, borse o carne. Da allora questo bando “ha aiutato a salvare oltre due milioni di foche da una morte crudele a causa della caccia commerciale” ricorda Van Tichelen.
La modifica della normativa attuale e’ in linea con quanto richiesto dall’Organizzazione mondiale per il commercio, dopo le denunce da parte di Canada e Norvegia. L’unica deroga che rimane in vigore per il bando Ue è quella per la comunità Inuit o altre comunità indigene, a precise condizioni: che da questi prodotti ne dipenda la sopravvivenza, che si tratti di un’attività condotta dalla comunità per tradizione e che la pratica tenga in considerazione il benessere dell’animale. Sono 35 i Paesi che attualmente prevedono il divieto di commercio di prodotti derivati dalle foche, inclusi i 28 dell’Ue, Usa e Russia. (Ansa)