“L’emergenza cinghiali non è una questione di caccia, ma di alcune specie che hanno bisogno del controllo dell’uomo, anche con il fucile”, perché la presenza di questi animali ha raggiunto “livelli insostenibili”, e oltre a minacciare l’uomo “mette in difficoltà la nostra economia agricola”. Per questo “serve una legge che consenta di sburocratizzzre gli interventi, in modo che possano essere tempestivi laddove servono”. A dirlo il presidente di Arcicaccia, Osvaldo Veneziano, all’uscita, ieri, dell’audizione informale in commissione Ambiente del Senato in merito alle problematiche connesse all’espansione di specie selvatiche. Il dibattito è aperto da mesi, su 24zampe ne abbiamo parlato spesso, l’ultima volta qui, quando nei giorni scorsi Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente alla Camera, ha chiesto un commissario per l’emergenza cinghiali al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
Ciò che occorre è “una sorta di legge obiettivo che metta le Regioni in condizione di intervenire nei modi più idonei: con dei sottopassaggi, se il problema sono gli attraversamenti stradali in aree precise che causano incidenti, ma anche con il fucile per controllare le popolazioni”, spiega Veneziano. Su questo fronte sono ipotizzabili “corsi di formazione per preparare, anche sulla sicurezza, i volontari che saranno chiamati a intervenire”. “Servono poteri particolari alle Regioni e l’eliminazione di alcune pastoie burocratiche in modo che si possa intervenire tempestivamente in tutto il territorio agrosilvopastorale, comprese le aree protette – sottolinea Veneziano – perché non si tratta di attività venatoria”.
La legge, inoltre, dovrebbe dare all’Ispra “non solo il compito della conservazione della fauna selvatica, ma anche l’incarico di tutelare l’agricoltura, le altre specie e il paesaggio da specie che sono invasive”. Accanto a questo, conclude Veneziano, “va sottratta la carne di cinghiale, che ora importiamo dall’estero, dal mercato nero. Le carni italiane devono poter essere controllate, tracciate e quindi vendute”.
“Il fenomeno sta assumendo proporzioni sempre maggiori e nostro dovere è intervenire: valuteremo l’abbattimento selettivo dei cinghiali”. A parlare così è il presidente della Commissione Ambiente del Senato, Giuseppe Marinello, a margine delle audizioni informali dei rappresentanti di Arcicaccia, Enalcaccia e Federcaccia in merito alle problematiche connesse all’espansione di specie selvatiche. “Un provvedimento di abbattimento è giustificato da seri e consistenti danni che i cinghiali in particolare, stanno arrecando all’agricoltura, all’ecosistema di gran parte del Paese e alle persone. I rappresentanti della caccia ascoltati oggi in Commissione – spiega Marinello – hanno anche lamentato l’assenza del ministero dell’Agricoltura, delle Regioni e gli Enti parchi coinvolti”.
“Continueremo le audizioni convocando il ministro dell’Ambiente, Federparchi, i presidenti e i direttori dei Parchi, infine l’Ispra e le associazioni ambientaliste. Non è nostra intenzione ampliare la caccia – sottolinea il presidente della Commissione Ambiente – ma tutelare l’ecosistema: ecco perché ci avvarremo delle competenze e delle conoscenze di tutti i soggetti coinvolti comprese le associazioni venatorie. Una cosa è certa il problema va risolto”.