Un delfino-agente segreto: Hamas, la fazione islamica al potere a Gaza, ha annunciato la cattura nel mare di fronte alla Striscia di un mammifero marino attrezzato di tutto punto con telecamere e altri dispositivi per spiare a favore di Israele le attività dell’organizzazione e perfino per sparare. Ma in guerra tutto è permesso: via libera dunque a falchi e aquile-spia, topi sminatori, asini kamikaze, beluga russi usati come i delfini dagli americani. E in passato si sono usati i piccioni viaggiatori per inviare messaggi, i polli per fiutare le armi chimiche, i pipistrelli incendiari, persino i cani (durante la Seconda Guerra mondiale) sui campi minati. Su 24zampe abbiamo parlato dei milioni di animali – undici solo i cavalli – utilizzati nella Grande Guerra, qui, nella recensione del film di Folco Quilici. Sempre per chi fosse interessato alla storia, due libri: “Animali al fronte. Protagonisti oscuri della Grande Guerra” di Eugenio Bucciol, ed. Ediciclo, e “Il bravo soldato mulo. Storie di uomini e animali nella Grande Guerra” di Lucio Fabi, ed. Mursia. Raccontano un destino comune di uomini e animali tra affetto, morte e sofferenza.
Restiamo all’attualità: secondo fonti locali e media israeliani che citano il sito palestinese Al Quds, la cattura del delfino-spia, avvenuta nelle scorse settimane nelle acque di Gaza, è stata effettuata da un’unità navale di elite di Hamas. La stessa che nel conflitto della scorsa estate sbarcò sulla spiaggia di Ziqim in Israele, a due passi dal confine, impegnando l’esercito dello stato ebraico in un forte scontro. I commando di uomini-rana si sarebbero allarmati per i “movimenti sospetti” del delfino. Portato a riva, il mammifero acquatico ha rivelato la sua dotazione tecnologica da agente in missione. E Al-Quds, secondo Ynet, ha segnalato tra le apparecchiature in dotazione al cetaceo anche una in grado di “sparare dardi capaci di ferire o anche uccidere essere umani”.
Non è la prima volta che Israele è accusato dai suoi nemici di ricorrere ad animali per raccogliere informazioni di intelligence. A questo proposito, nel passato sono stati denunciati uccelli attrezzati di tutto punto per trasmettere immagini e dati: nel 2012, ad esempio, il Sudan denunciò di aver catturato un’aquila spia del Mossad. Due anni prima – ha ricordato Ynet – dopo che uno squalo assassino attaccò dei bagnanti a Sharm el-Sheikh causando feriti e anche la morte di una turista tedesca, sulla stampa egiziana si riportò la teoria cospiratoria che dietro quei fatti ci fosse il Mossad. Lo scopo sarebbe stato quello di dirottare turisti verso le spiagge israeliane di Eilat. Fatto sta che i delfini, ritenuti tra gli animali più intelligenti, sono già impiegati in alcuni Paesi a scopo militare: nel 2012 i media hanno segnalato che in Ucraina (la foto è tratta da un articolo del National Post che parla di questo) – nella scia di quello che l’ex Unione Sovietica faceva con i beluga – si era ripreso l’addestramento militare con compiti di individuare pericoli sottomarini come mine, oppure sub di eserciti nemici.
Nella Naval Base Kitsap, sulla costa vicino Seattle, indicata come la più grande riserva di armi nucleari degli Usa, si dice che una flotta di delfini, addestrati dalla marina, sorvegli le acque contro eventuali pericoli. Del resto il programma Marine Mammal della Marina militare Usa, risale al 1960. E secondo alcuni dati non confermati, l’esercito statunitense disporrebbe attualmente di 85 delfini addestrati. Anche il cinema ha sfruttato l’argomento: il film del 1973 “Il giorno del delfino” racconta la storia di un gruppo terroristico che si impadronisce di due cetacei addestrati con l’intenzione di servirsene per piazzare delle cariche esplosive sotto lo yacht presidenziale.
Si è letto spesso di topi di grandi dimensioni, i ratti del Gambia, utilizzati per individuare mine anti-uomo inesplose sui campi di battaglia di tutto il mondo. I topi sminatori individuano le mine sottoterra grazie a un olfatto molto sviluppato, fiutando l’odore del metallo e della polvere da sparo. Si muovono legati a un filo lungo percorsi definiti dagli addestratori. Troppo leggeri per correre il rischio di innescare l’ordigno, sono esploratori abili e di poche pretese: quando trovano una mina, vengono premiati con banane e noccioline.
Risale infine a un anno fa l’ultimo asino-kamikaze neutralizzato a Rafah, il valico tra Israele e l’Egitto, nel sud della Striscia di Gaza. Era il luglio 2014 (il Sole 24 Ore ne ha parlato qui) quando i militari israeliani sono stati costretti ad aprire il fuoco e a fare saltare in aria l’animale imbottito di esplosivo dagli jahadisti di Hamas e inviato contro le postazioni di Tel Aviv. Chi di animale ferisce…