“L’Italia deve al più presto riallinearsi con l’Europa in tema di sperimentazione animale, se vogliamo che la nostra ricerca rimanga competitiva e in grado di dare risposta ai problemi di salute ancora irrisolti”. È questo l’appello che scienziati, pazienti, medici e industria farmaceutica hanno rivolto oggi alle istituzioni in occasione della presentazione ufficiale a Roma, presso il Senato della Repubblica, di Research4Life, iniziativa lanciata da parte di un ampio gruppo di enti con l’obiettivo di migliorare il dialogo tra istituzioni, società civile e mondo della ricerca. Dando spazio non solo a chi porta avanti la ricerca in ambito accademico, ma anche a chi ne traduce i risultati in terapie disponibili sul mercato, a chi le eroga ai pazienti e soprattutto ai malati in attesa di una cura. All’appello dei ricercatori, c’è da scommetterci, faranno opposizione i movimenti animalisti che più volte si sono espressi su questi temi in maniera diametralmente opposta.
“Abbiamo scelto di iniziare da un tema complesso e scomodo come quello dell’uso dei modelli animali nella ricerca biomedica per rompere il silenzio generale che, da sempre, circonda questo argomento – ha spiegato Giuliano Grignaschi, segretario generale di Research4Life – una scelta di coraggio e soprattutto di urgenza, alla luce delle recenti scelte fatte dal nostro Paese: siamo estremamente convinti che una corretta informazione sia un requisito essenziale per fare scelte consapevoli, sia a livello individuale che pubblico”.
E l’importanza di una corretta informazione è stata ribadita anche dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin che, nella sua lettera di saluto a sostegno dell’iniziativa, ha dichiarato come “il rischio è che un cittadino poco informato, o peggio, male informato, possa lasciare campo aperto a convinzioni non fondate scientificamente. Questo non possiamo permetterlo, soprattutto perché stiamo parlando di un campo estremamente sensibile quale è la salute dei cittadini”.
Prima iniziativa concreta la lettera aperta alla Commissione europea, disponibile on line all’indirizzo www.research4life.it, perché il nostro Paese ritorni sui suoi passi e adotti la nuova Direttiva 63/2010/Ue sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici nella sua versione originale, eliminando quelle restrizioni introdotte nella legge italiana che pongono l’Italia a rischio di infrazione nei confronti dell’Europa. (Kronos)