Breve viaggio nei Gaushala, in India: gli ospizi per vacche sacre anziane

Per uno straniero può essere pericoloso guidare in India. Gli indiani invece ci sono abituati, le mucche girano liberamente tra le auto, spesso dormono in mezzo alla strada e non si spostano facilmente. Guai a far loro del male, per la religione indù, infatti, la vacca e il vitello sono animali sacri, da venerare, accudire, proteggere e ovviamente da non mangiare. Per questo esistono i «Gaushala», gli ospizi per vacche sacre.INDIA-POLITICS-RELIGION-BEEF
Nei giorni scorsi, durante la bufera “social” scatenatasi sul festival della carne di Yulin, in Cina, qualcuno si è chiesto per quale motivo gli indiani non si comportino in modo analogo nei confronti di chi si nutre di carne bovina (manzo, vitello, vitellone) e che conseguenze avrebbe se accadesse… ma questo è un altro discorso.
In India le mucche girano libere, anche nelle grandi città come Mumbai, spesso sono magre e affamate e si nutrono di tutto quello che trovano per strada, come spazzatura, carta. Vengono tollerate e rispettate da tutti e nessuno si sogna di abbatterle quando diventano anziane. È per questo che esistono dei veri e propri ricoveri, dei rifugi per «mucche pensionate», oppure per animali malati, senza latte o senza padrone. Nei gaushala il bestiame viene accudito e riverito fino alla sua ultima ora (nella foto, il “The Shree Gopala Goshala”, ospizio per mucche ad Asangaon, circa 75 km a nordest di Mumbai).
In alcuni stati, come il Maharashtra, sono state adottate misure rigide per impedire che qualcuno, meno rispettoso della dottrina induista, se le mangi. Le mucche sono censite e c’è una legge che sancisce il divieto di cibarsi di carne bovina. Pena, fino a 5 anni di carcere e una multa salata. Qui, gli ospizi per le mucche, che altrove nascono spontaneamente, con la benevolenza di alcuni devoti, vengono sostenuti dal governo.