L’addestratore cinofilo torinese ucciso da un malore e non dal cane bull terrier dell’amico

AGGIORNAMENTO DEL 21 NOVEMBRE 2017 – L’ADDESTRATORE UCCISO DA UN MALORE, NON DAL CANE

Non è stato il cane Sid ad uccidere Davide Lobue, 26 anni, l’addestratore cinofilo trovato morto nella tarda serata di sabato scorso in un giardino di Monteu da Po, nel Torinese. I primi riscontri dell’autopsia eseguita oggi dal medico legale Roberto Testi hanno attribuito il decesso del 26enne a un malore fulminante, “scagionando” l’animale, un bull terrier che gli era stato affidato da un amico dall’accusa di averlo sbranato. Le lesioni provocate dal cane sono avvenute “post mortem”.

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AGGIORNAMENTO DEL 20 NOVEMBRE 2017 IN CODA – PROCURA IVREA INDAGA PER OMICIDIO COLPOSO

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POST ORIGINALE

Un giovane addestratore di cani di Rivoli (To), Davide Lobue, è stato trovato morto ieri sera in un giardino a Monteu da Po, sempre nel torinese, dove si trovava per accudire un bull terrier di nome Sid. I morsi sul corpo dell’uomo hanno subito fatto pensare che fosse stato sbranato dal cane che gli era stato affidato dall’amico Daniele, assente per un concerto. Oggi però si è fatta strada l’ipotesi che possa essere stato un malore a causare la morte dell’addestratore 26enne, e non le ferite provocate dai morsi del cane. Sono gli investigatori a dirlo, dopo il primo esame del medico legale sul corpo di Lobue. La soluzione del caso è quindi rimandata agli esiti dell’autopsia, prevista probabilmente già domani. Il giovane era stato trovato senza vita con “evidenti lesioni” al corpo, alla testa, alle braccia e ai polpacci provocate dai potenti morsi del cane, come avevano accertato il personale sanitario del 118 e il medico legale, giunti sul posto. A scoprire il corpo un condomino sedicenne richiamato dall’insistente abbaiare del cane. Non è escluso che il bull terrier possa avere morso il 26enne quando era già a terra, colpito da un malore. Sid è descritto da chi lo conosce come “esemplare problematico”, ragione per la quale il proprietario l’avrebbe affidato alle cure dell’amico addestratore. Così lo descriveva su fb Daniele: “Sid è un cane normale ma con un carattere tosto, tolto troppo presto alla mamma, che purtroppo ha subito un percorso iniziale sbagliato, anche se ora sono sulla giusta strada”. L’amico addestratore comunque sembra sapesse il fatto suo. Davide Lobue, nonostante la giovane età, aveva già passato anni lavorando con cani: si era iscritto al corso per educatore ed istruttore cinofilo appena maggiorenne e, per diverso tempo, aveva lavorato in un allevamento proprio di bull terrier. “Quando ti trovi un cane che volente o nolente non puoi sgridare perché rischi addirittura il morso – scriveva il ragazzo sul bull terrier che lo ha aggredito – puoi solo scegliere una strada: empatia, comprensione, lavoro, impegno”. Su disposizione  del servizio veterinario, il cane è stato affidato a un canile di Settimo Torinese. Le indagini sono coordinate dal pm Daniele Iavarone della Procura di Ivrea e condotte dai carabinieri di Chivasso.

BREVE STORIA DEL BULL TERRIER

Il bull terrier come razza nasce in Gran Bretagna all’incirca a metà dell’800, attraverso l’incrocio dell’Old English Bulldog con varie razze di terrier. La nuova razza combina velocità e destrezza tipiche dei terriers – cani dalla costituzione leggera – con la tenacia del bulldog, allevato in origine per la lotta contro i tori e gli orsi legati a un palo. Il suo tratto estetico più caratteristico, il “naso da maiale”, viene tuttavia inserito nel primo ‘900, frutto di successive selezioni. Pur essendo un cane equilibrato e adatto a essere inserito in famiglia è comunque un animale agile e potente che ha bisogno o di essere cresciuto con criterio.

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IL CODACONS: “SERVE PATENTINO PER CANI POTENZIALMENTE PERICOLOSI”

La morte dell’addestratore di cani sbranato nel Torinese da un bull terrier “fa seguito ad una lunga scia di morti provocata in Italia da cani potenzialmente pericolosi. Da anni chiediamo di prendere provvedimenti ma le istituzioni rimangono immobili a guardare bambini e uomini morire sbranati”. Lo afferma Carlo Rienzi, presidente di Codacons.  Si è diffusa in modo pericoloso la moda di acquistare cani potenti e aggressivi, – prosegue Rienzi – senza tuttavia introdurre misure come il patentino obbligatorio, indispensabile per abilitare i proprietari di cani ed evitare altre tragedie. È indubbio – aggiunge il presidente di Codacons – che esistano razze di cani potenzialmente pericolose ed è universalmente riconosciuto che bull terrier, pitbull o rottweiler, per potenza, robustezza, dentatura) possono provocare ferite letali. La cancellazione dell’elenco istituito dal ministero della Salute ha di fatto eliminato qualsiasi obbligo per i proprietari e ogni anno – conclude Rienzi – si registrano 70mila aggressioni di cani a danno dell’uomo, + 10% nell’ultimo triennio di morsicature con danni fisici gravi o mortali”. Nel cagliaritano ancora ieri un caso di aggressione ai danni di una donna 48enne, ferita gravemente da due rottweiler. Ne abbiamo scritto qui su 24zampe. (nella foto Ansa sopra i Carabinieri presso il condominio “Le Betulle” a Monteu da Po dove l’addestratore è stato trovato morto. Qui sopra un bull terrier, sotto il 26enne)

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AGGIORNAMENTO DEL 20 NOVEMBRE 2017 – PROCURA IVREA INDAGA PER OMICIDIO COLPOSO

La procura di Ivrea ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti in merito alla morte di Davide Lobue, 26 anni, l’addestratore cinofilo di Rivoli trovato senza vita nella tarda serata di sabato a Monteu da Po, aggredito da un Bull Terrier di un anno e mezzo che gli era stato affidato da un amico. Nel pomeriggio il medico legale Roberto Testi ha eseguito l’autopsia sul corpo del ragazzo. Da chiarire se il 26enne sia morto a causa dei morsi del cane oppure se è stato stroncato prima da un malore e solo in seguito aggredito dal Bull Terrier. (Ansa)

  • Guido Minciotti |

    Grazie Stefano della tua testimonianza. I pregiudizi sono comodi, ci sollevano dall’incombenza del pensare e ci “aiutano” a esprimere opinioni anche su fatti di cui sappiamo poco o nulla. Quando le cose si conoscono da vicino (o da vicinissimo, come è purtroppo accaduto a te) è facile cambiare idea anche radicalmente. Buona fortuna, ti ringrazio anche di leggere 24zampe, saluti gm

  • Guido Minciotti |

    Grazie Stefano della tua testimonianza. I pregiudizi sono comodi, ci sollevano dall’incombenza del pensare e ci “aiutano” a esprimere opinioni anche su fatti di cui sappiamo poco o nulla. Quando le cose si conoscono da vicino (o da vicinissimo, come è purtroppo accaduto a te) è facile cambiare idea anche radicalmente. Buona fortuna, ti ringrazio anche di leggere 24zampe, saluti gm

  • ... |

    Se parlate di pericolosità di una razza allora anche centinaia di rettili e felini dovrebbero morire solo per le vostre paura e i vostri giudizi a parer mio antichi
    Se un cane uccide è da far fuori tutta la specie ma se un uomo fa una strage? Nulla

  • ... |

    Se parlate di pericolosità di una razza allora anche centinaia di rettili e felini dovrebbero morire solo per le vostre paura e i vostri giudizi a parer mio antichi
    Se un cane uccide è da far fuori tutta la specie ma se un uomo fa una strage? Nulla

  • Stefano |

    Mi piace vedere come la gente riesce a dire:
    “è un cane pericoloso si vede”
    “Questo cane è violento”
    E altre cavolate di questo genere, io sono il 16enne che ha trovato Davide, conoscevo molto bene Sid, il suo padrone ecc e non ho mai sentito dire da nessuno (parlo per chi ha veramente conosciuto Sid) che Sid è un cane problematico, è un cane meraviglioso un vero e proprio amico, quella sera io e lui abbiamo condiviso quel momento di paura e terrore e io Sid lo definirei un Eroe con la e maiuscola, è stato li ore e ore a fare la guardia e a cercare di salvare Davide, ha cercato di chiamare aiuto e quando sono arrivato io è finita l’attesa di qualcuno che lo aiutasse, alla fine guardate quasi tutti sempre l’aspetto, denti grossi ecc, provate per una volta a considerare che anche i cani hanno dei sentimenti.
    Alla fine giudichiamo i cani e le razze “pericolose” ma alla fine siamo noi uomini ad essere pericolosi e non loro.

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