Firenze, Coldiretti in piazza denuncia invasione animali selvatici. Reazioni Felicetti (Lav) e Enpa

AGGIORNAMENTI IN CODA – ENPA: NON C’E’ NESSUN ALLARME
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POST ORIGINALE
“Noi seminiamo i cinghiali distruggono” e #riprendiamociilterritorio si legge negli striscioni e nei cartelli esposti in piazza Duomo a Firenze dagli agricoltori di Coldiretti. La manifestazione, organizzata inToscana perché è la regione che subisce i danni più gravi da animali selvatici, vuole denunciare l’invasione degli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano greggi e animali allevati, causano incidenti stradali nelle campagne ma anche all’interno delle città con pericoli concreti per gli agricoltori ed i cittadini. E’ stata allestita una esposizione con la top ten delle specialità alimentari distrutte e centinaia di trattori si sono schierati sul Lungarno Aldo Moro. “Accompagnano” gli agricoltori scesi in piazza anche due cinghiali, “per la prima volta visti in pieno centro a Firenze” (nella foto sopra). Ironico il commento del presidente della Lav, Gianluca Felicetti, su twitter: “Chissà se Sindaco @DarioNardella @comunefi sanzionerà violazioni Regolamento tutela animali”, linkando (qui) il testo. Ma la situazione per Coldiretti è seria. “Nel giro di dieci anni i cinghiali sono raddoppiati, superando il numero record di un milione e mettendo a rischio non solo le produzioni made in Italy e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita degli automobilisti, con ben 18 morti e 145 feriti causati nel 2015 da incidenti stradali provocati dagli animali”, denuncia l’associazione agricola, che spiega, per voce del presidente Roberto Moncalvo,  che “i nostri territori sono stati gestiti da soggetti che hanno allevato animali, gratuitamente, sulle nostre spalle per poi ammazzarli e venderli, gestendo in proprio i guadagni”. “La Regione Toscana deve rendersi conto che non e’ piu’ solo ed esclusivamente una problematica del mondo agricolo, bensì di tutta la collettività. I cinghiali non divorano solo i nostri raccolti ed i lupi i nostri greggi: sono numericamente fuori controllo. Servono misure straordinarie subito per fermare il drastico incremento di incidenti ed evitare nuove tragedie”, ha detto il presidente di Coldiretti Toscana, Tulio Marcelli. “Stime prudenziali parlano ormai di oltre 230mila cinghiali, 200mila caprioli, 12mila daini, 4mila cervi, 3mila mufloni”, dice l’associazione, che provocano molti incidenti spesso non denunciati. (foto Ansa)
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ENPA: NO A CAMPAGNE DI TERRORE SU SELVATICI

«Sulla nostra rete viaria non esiste alcun allarme selvatici, né, tanto meno, alcun allarme cinghiali». Lo dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali commentando i dati citati oggi dalla Coldiretti che parla di 18 persone decedute e di altre 145 ferite in incidenti che hanno coinvolto animali. Benché si tratti di numeri comunque tragici, sottolinea Enpa, gli incidenti con animali (214 nel 2014, secondo Asaps) rappresentano appena lo 0,12% del totale riferito al 2014 (177.031 eventi complessivi, dati Aci-Istat). Prendendo a riferimento sempre le statistiche Aci-Istat, la linea di tendenza sembra essere la medesima anche per quanto riguarda le persone decedute a causa di un impatto con animali selvatici (18 su un totale di 3.381, pari allo 0,5%), sia per quelle rimaste ferite (145 su un totale di 251.147). Sulle nostre strade ben altro allarme, rispetto ai selvatici, dovrebbero invece suscitare il mancato rispetto della precedenza,  la distrazione alla guida e la velocità elevata, che secondo Aci e Istat, causano circa la metà degli incidenti. «Il quadro dipinto da alcuni gruppi di interesse, che vorrebbero un Paese “minacciato” da lupi, daini, cinghiali, caprioli, nutrie, orsi e in uno stato di guerra permanente contro la natura, è assolutamente irreale ed è probabilmente funzionale agli interessi che tali gruppi rappresentano. In caso di squilibri nelle popolazioni selvatiche – prosegue l’Enpa – questi vanno affrontati non con gli abbattimenti, del tutto inutili, ma in modo scientifico, ovvero agendo sulle cause di tali squilibri e ricorrendo ai metodi ecologici prioritari per legge; gli unici veramente efficaci per limitare, laddove siano reali, i danni».