Per segnalazioni scrivere una mail a 24zampe@ilsole24ore.com
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GUFI E CIVETTE, FORGARIA NEL FRIULI (UD), SABATO 20 AGOSTO 2016
Un vero e proprio viaggio alla scoperta dei rapaci notturni, per imparare a conoscere meglio la loro biologia e le loro abitudini. Sabato 20 agosto, alla Riserva Naturale Regionale del Lago di Cornino, aa Forgaria nel Friuli (Udine), a partire dalle 20, appuntamento con l’evento “Una notte in Riserva”. La serata inizierà con una visita guidata alla mostra dedicata ai gufi e alle civette. Alle 20.45, invece, ci sarà una conferenza a cura di Fulvio Genero, direttore scientifico della riserva (e autore della foto della civetta capogrosso, sopra). Alle 21.30 spazio all’iniziativa di sensibilizzazione “Sos rapaci”, a cura del Centro di recupero per animali selvatici del Wwf mantovano. Fulvio Genero spiegherà quali specie sono presenti in Friuli Venezia Giulia e con quale distribuzione e consistenza. Si parlerà anche delle attività di monitoraggio e delle ricerche effettuate in vari ambienti per capire dove vivono e l’andamento delle popolazioni, fino alla sensazionale scoperta dell’allocco degli Urali, presente, in Italia, esclusivamente sui monti della nostra regione. «Gufi e civette – fa notare Genero – sono uccelli che si muovono quasi esclusivamente durante la notte, difficilissimi da osservare. Ci obbligano a utilizzare espedienti e tecniche particolari per scovarli. Nelle aree coltivate e urbanizzate stanno diminuendo rapidamente. Specie un tempo comuni come il barbagianni, la civetta e il gufo comune risentono del massiccio utilizzo di fitofarmaci e della scarsità di cavità adatte alla nidificazione». Per informazioni e prenotazioni chiamare il numero 0427-808526 oppure scrivere una mail all’indirizzo centrovisite@riservacornino.it. La serata è a pagamento (5 euro) e con prenotazione obbligatoria. (Comunicato)
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MOSTRA FOTOGRAFICA, MILANO, FINO AL 1° OTTOBRE 2016
E’ dedicata al pioniere della fotografia Eadweard Muybridge (1830-1904) la mostra “Muybridge Recall”, dal 19 maggio al 1° ottobre nella Galleria del Credito Valtellinese di corso Magenta 59 a Milano. Con i suoi studi fotografici sul movimento di animali e uomini, Muybridge alla fine dell’800 svela fondamenti di biodinamica fino ad allora ignoti, arrivando a influenzare la pittura impressionista. Il fotografo inglese in California dimostra inequivocabilmente che un cavallo in corsa si stacca dal terreno quando le zampe si trovano in posizione raccolta sotto il corpo e non, come erronamente pensato (e dipinto e scolpito) fino ad allora, in condizione di massima apertura. Prosegue la carriera riprendendo altri animali, uccelli, persone, tra cui anche disabili, e inventa lo Zoopraxiscopio, per proiettare le sue immagini in sequenza, antesignano del cinema. La mostra, per la prima volta in Italia, è aperta da martedì a sabato con orari 13.30-19.15, ingresso libero, e chiusa domenica e lunedì, nei festivi e dal 2 agosto al 5 settembre. Per saperne di più, cliccare qui, per vedere una selezione delle foto cliccare qui.
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ARTE E ANIMALI, REGGIA DI CASERTA, FINO AL 31 AGOSTO 2016
CANI BAGNINI, MONDELLO (PA), TUTTI I SABATI E LE DOMENICHE FINO ALLA FINE DI AGOSTO
Sono bravissimi a trainare gommoni e pattini in avaria, ma se ce n’è bisogno sono anche capaci di salvare dal mare chi è in difficoltà e riportarlo a riva. Sono gli otto labrador bau-watch che per tutta l’estate saranno di vedetta su tutto il litorale di Mondello in concessione alla società Italo-Belga che gestisce la spiaggia palermitana. Muso puntato verso il mare e pronti a scattare Otto, Bob, Thor, Due, Doxi, Kira, Bree e la new entry, la piccola e combattiva Celine, si alterneranno, quattro cani alla volta, al fianco dei volontari della Sics attivi in tutte le spiagge siciliane. I cani sono stati addestrati per un anno intero prima di arrivare sul campo. «Sono un aiuto indispensabile per chi come noi lavora in mare – spiega Alessandro Montes dell’unità cinofila della Sics, che lavora in stretta collaborazione con la Mondello Italo Belga – Tra l’altro sono addestrati perfettamente, per loro un salvataggio è motivo di orgoglio, come se ricevessero un premio». Il più simpatico è Otto, un labrador nero, che adora i bambini e ama giocare sulla spiaggia con loro. Ma se per caso qualcuno è in difficoltà, Otto si lancia in acqua e presta aiuto.
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STORIE DI UNA BALENA, FIRENZE, DAL 12 MAGGIO 2016
Una balena preistorica circondata da una ricca fauna fossile, testimonianza della comunità marina che si è venuta a creare attorno al cetaceo adagiatosi sul fondale. E’ la sorpresa offerta a partire dal 12 maggio dal Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze con “Storie di una balena”, nuova sala espositiva permanente all’interno della sezione di Geologia e Paleontologia, già ricca di importanti testimonianze fossili della Toscana. Lo scheletro del cetaceo, risalente al Pliocene e lungo 10 metri, è stato rinvenuto nel 2007 presso Orciano Pisano, in un campo coltivato, alla profondità di appena 50 centimetri. La balena, recuperata nella sua connessione anatomica e restaurata dai paleontologi dell’Ateneo, viene esposta insieme ad altri reperti fossili (mammiferi, pesci e invertebrati) che per lungo tempo hanno ricavato risorse energetiche dalla decomposizione della carcassa. “Per la prima volta in Italia sarà possibile osservare – spiegano i curatori Stefano Dominici ed Elisabetta Cioppi – che cosa è successo in tempi geologici nella comunità marina creatasi alla morte della balena. Vogliamo offrire la sensazione di camminare sul fondo del mare dell’antichità, a 100-150 metri di profondità, grazie anche a un allestimento innovativo, coinvolgente e multimediale, curato dall’architetto Lorenzo Greppi”. Il percorso espositivo presenta, fra l’altro, le varie specie che hanno tratto energia vitale dalla carcassa, anelli della catena alimentare dell’ecosistema: squali, granchi, ricci di mare. E, ancora, gli animali vissuti insieme alla balena: delfini, capodogli, foche, razze e altri pesci, tartarughe marine e uccelli.
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MOSTRA LIGABUE, PALERMO, FINO AL 31 AGOSTO 2016
La lotta per la sopravvivenza nel mondo animale riflessa nella vita umana e l’amarezza e l’introspezione degli autoritratti raccontate in ottanta opere del pittore Antonio Ligabue, in mostra al Palazzo Reale di Palermo fino al 31 agosto. La mostra propone un excursus storico e critico sull’attualità dell’opera di Ligabue che, seppur incentrata su pochi temi sempre ripetuti e sempre rinnovati, rappresenta ancora oggi una delle punte più interessanti dell’arte del Novecento. La rassegna monografica “Antonio Ligabue (1899-1965). Tormenti e incanti” intende fare conoscere i diversi esiti dell’opera dell’artista, nel corso della sua attività (dagli anni Venti al 1962), declinati nelle diverse tecniche attraverso le quali Ligabue si è espresso. Anche attraverso le scelte di allestimento, l’esposizione permetterà di approfondire e scavare nei nuclei tematici fondamentali dell’artista, per vedere sia come variano nel tempo i suoi centri di interesse sia come si evolve un particolare motivo, e i reciproci transiti dall’uno all’altro. “Due sono i filoni fondamentali – ha detto il curatore Sandro Parmiggiani – cui si è dedicato Ligabue: gli animali esotici, della foresta, e comunque tutti quelli che possono essere definiti predatori; gli autoritratti, un capitolo di dolente, amara poesia. Non mancano tuttavia altri soggetti, quali le scene di vita agreste e gli animali domestici, e alcuni ritratti su commissione”.