AGGIORNAMENTO DELL’8 GIUGNO 2016
POST ORIGINALE DEL 20 MAGGIO 2016
Stop all’uccisione di tori da combattimento nel corso degli spettacoli popolari. Lo ha deciso la giunta di Castiglia e León, comunità autonoma a nord della Spagna con le province di Ávila, Burgos, León, Palencia, Salamanca, Segovia, Soria, Valladolid e Zamora, adottando un decreto che vieta così una delle tradizioni più antiche della storia, risalente addirittura al Medioevo, dove prendeva il nome di tauromachia. La sanguinosa tradizione è particolarmente sentita a Tordesillas, nella provincia di Valladolid, dove ogni settembre si celebra, tra le proteste degli animalisti, il torneo di origini medievali del Toro de la Vega. Nel corso dell’evento l’animale viene rilasciato nelle vie della città e spinto verso un campo, dove i partecipanti lo pugnalano con lance fino alla morte. Secondo il governo regionale, il decreto – che non impedisce la festa, ma solo che il toro non venga ucciso – farà in modo che una tradizione del 16° secolo si adatti alla “cultura e sensibilità del 21° secolo”. Il decreto prevede comunque che il toro possa essere ucciso dalla Policìa o dalla Guardia Civil se diventa pericoloso per gli spettatori, uscendo dal percorso o scavalcando il recinto. Spetta ora al comune di Tordesillas, a Valladolid, decidere se continuare la tradizione annuale con una versione modificata. Nel frattempo, ha annunciato un ricorso nei confronti della decisione: “La norma contravviene allo spirito della legge sulla tauromachia”.