Cinque elefanti fanno causa allo zoo del Colorado: “Prigionieri”

La corte suprema del Colorado è chiamata a valutare se cinque elefanti dello zoo possono contestare la loro prigionia in base a un procedimento legale utilizzato solitamente dai detenuti umani per contestare la loro detenzione. La Corte ha ascoltato nei giorni scorsi le argomentazioni degli avvocati di un gruppo per i diritti degli animali e dello zoo. I giudici non si pronunceranno subito ma emetteranno una sentenza nelle prossime settimane o mesi. Il NonHuman Rights Project afferma che gli elefanti – Missy, Kimba, Lucky, LouLou e Jambo, nati liberi in Africa – stanno soffrendo e mostrano segni di danni cerebrali perché confinati nello zoo. Ritiene che per loro sarebbe opportuno il trasferimento in uno dei due santuari per elefanti che ci sono negli Stati Uniti.

VIENE RICHIESTO IL RICONOSCIMENTO DELL’HABEAS CORPUS PER GLI ANIMALI

Il gruppo chiede che venga riconosciuto loro l’habeas corpus (“che abbia corpo”, principio giuridico che fissa il diritto alla libertà individuale), come già aveva fatto – senza successo – per Happy, elefantessa di uno zoo newyorkese. Il Cheyenne Mountain Zoo, dal canto suo, afferma che sarebbe crudele spostare gli elefanti anziani in un santuario della fauna selvatica a questo punto. Sostiene inoltre che il caso crea una china scivolosa, che potrebbe portare a cause legali per liberare altri animali, compresi gli animali domestici. Un tema, quello degli animali di casa che vivrebbero una sorta di “cattività” tra le mura domestiche, caro ai sostenitori dei circhi nostrani. Ma l’avvocato del NonHuman Rights Project ha affermato che gli animali domestici come i cani, che hanno più familiarità con il divano che con la vita libera nella savana, rientrano in una categoria molto diversa dagli animali selvatici.

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