M90, Tar Trento respinge la richiesta di risarcimento animalista

“Appare incongrua la pretesa delle associazioni ricorrenti di attendere il verificarsi di un evento di ancora maggiore gravità prima di assumere la decisione di rimuovere l’orso”. Lo scrivono i giudici del Tar di Trento nella sentenza in cui respinge la richiesta di risarcimento dei danni avanzata da due associazioni animaliste, Lav e Lndc, a causa dell’abbattimento dell’orso M90, avvenuta a inizio febbraio. Con l’istanza, le associazioni ricorrenti intendevano evidenziare l’illegittimità del decreto firmato dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, per la rimozione dell’orso ritenuto pericoloso. Secondo il T Quotidiano la richiesta era di 150mila euro per associazione, 100mila ciascuna per danno di immagine e altri 50mila per il “danno da perdita di chance per i mancati introiti che sarebbero potuti derivare dalle donazioni a sostegno delle attività sociali in caso di esito favorevole dell’azione giudiziaria volta ad impedire in cautelare l’ingiustificata uccisione dell’esemplare”. Nella sentenza, si precisa come la domanda risarcitoria debba “essere respinta perché la motivazione posta a fondamento del decreto risulta sufficiente a sorreggerne la legittimità”, escludendo quindi il “presupposto dell’ingiustizia del danno che le associazioni ricorrenti deducono di aver subito”.

I GIUDICI: M90 INSEGUIVA PERSONE NONOSTANTE 20 AZIONI DISSUASORIE

I giudici amministrativi evidenziano inoltre come vi sia un limite alla possibilità di affermare l’esistenza di un “principio animalista” da bilanciare con le esigenze di tutela della sicurezza pubblica e della vita delle persone, ricordando come M90 abbia inseguito le persone “nonostante fossero state in precedenza realizzate, senza sortire l’effetto sperato, venti azioni di dissuasione con cani, munizioni in gomma, dardi esplodenti, luci e rumori”. Sulle valutazioni dell’amministrazione provinciali a proposito della pericolosità dell’esemplare, il Tar sottolinea come “siano prive di vizi logici”. “Accogliamo con soddisfazione l’esito di questa ennesima controversia che parte dalla contestazione di provvedimenti che puntano a garantire la sicurezza delle comunità montane e di tutte le persone che hanno il diritto di frequentare i boschi in sicurezza”, ha detto Fugatti, assieme all’assessore con delega ai grandi carnivori, Roberto Failoni.

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