Dopo aver contagiato le mucche, l’aviaria negli Stati Uniti si sta diffondendo velocemente anche tra altri mammiferi e non solo. Secondo quanto riporta il New York Times, il virus si è rapidamente infiltrato in una gamma sorprendentemente ampia di uccelli e animali, dagli scoiattoli alle puzzole e ai delfini tursiopi, fino agli orsi polari. “Nella mia carriera non ho mai visto un virus che espandesse la sua gamma di ‘ospiti’ in questo modo”, ha spiegato Troy Sutton, un virologo che studia i virus dell’influenza aviaria e umana alla Penn State University.
MOLTI ALLEVATORI NON VOGLIONO FARE ENTRARE I SANITARI NELLE PROPRIETA’
Tuttavia non si hanno dati sull’infezione umana, e i Cdc americani (Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie), sono in disaccordo con i funzionari statali e l’industria lattiero-casearia sulla risposta all’epidemia, complicando gli sforzi del presidente Joe Biden per rintracciare e contenere un virus che ha il potenziale per far ammalare milioni di persone. Molti agricoltori, infatti, non vogliono che i funzionari sanitari federali entrino nelle loro proprietà, mentre i funzionari statali dell’agricoltura temono che alcuni potenziali interventi federali minaccino di ostacolare le autorità locali che si affrettano a rispondere alle epidemie.
IL CONSIGLIO DELL’OMS: CONSUMARE SOLO LATTE PASTORIZZATO, MAI CRUDO
“Il virus è stato rilevato nel latte crudo negli Stati Uniti, ma i test preliminari mostrano che la pastorizzazione lo uccide”. Per questo,”in tutti i Paesi le persone dovrebbero consumare latte pastorizzato”. È quanto ha affermato il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus, aggiornando in conferenza stampa sull’epidemia di influenza aviaria A/H5N1 in Usa. “L’epidemia di influenza aviaria H5N1 tra i bovini da latte finora” ha interessato “36 allevamenti di mucche da latte in nove Stati. È stato segnalato un solo caso umano, almeno 220 persone sono monitorate e almeno 30 sono state sottoposte a test. Finora il virus non mostra segni di adattamento alla diffusione tra gli esseri umani”.
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