Cani, gatti, cavalli, piccioni e asini. Valorosi soldati a quattro zampe che hanno accompagnato i militari nelle Grande Guerra. Sono i protagonisti della mostra fotografica “1914/18: la guerra e gli animali. Truppe silenziose al servizio degli eserciti” curata da Serenella Ferrari e Susanne Probst e ospitata dal 12 dicembre al 30 gennaio presso la nuova sede trentina della Lav. Quasi un centinaio di fotografie provenienti da collezioni private per documentare l’utilizzo degli animali nelle tattiche belliche e lo stretto rapporto di interdipendenza e affezione che si instaurò nel binomio soldato-animale (nella foto fornita da Lav, cani da trasporto sul Pasubio). Di animali in guerra abbiamo già scritto su 24zampe: qui, quando è uscito il film di Folco Quilici sul loro ruolo nella Prima Guerra Mondiale, e qui, descrivendo i loro impieghi in vari teatri bellici.
A corredo della rassegna un catalogo di oltre 100 pagine con le prefazioni di Oliviero Toscani e della giornalista Macri Puricelli, ma soprattutto straordinarie immagini d’epoca, in buona parte inedite, con ampie didascalie in italiano, tedesco e inglese. “I libri di scuola non ne parlano – spiegano le curatrici – ma a fianco degli eserciti della Grande Guerra ce n’era anche un altro, quello degli animali. Nonostante l’impiego di armi sempre più sofisticate e trasporti motorizzati, l’uomo non poté fare a meno degli animali mobilitandone oltre 16 milioni fra cui 11 milioni di equini, 100mila cani e 200mila piccioni”.
Un vero e proprio esercito impiegato nelle mansioni più diverse per sostenere le truppe di ogni schieramento: animali da lavoro, da cibo e da affezione in guerra con e per l’uomo che hanno trasportato armi, munizioni, equipaggiamenti ma anche liberato le trincee dai ratti, ritrovato e soccorso i feriti o fatto giungere ordini e comunicazioni da e per il fronte. Animali massacrati sui campi di battaglia, esposti senza protezione ai gas tossici, morti per gli stenti, per le pandemie o sacrificati dai loro stessi camerati umani disperatamente affamati: in pochissimi sopravvissero. La mostra non finirà qui, infatti gli organizzatori hanno ricevuto numerose proposte per portare la rassegna in altre città italiane e all’estero, fra cui Firenze, Udine e Berlino.
“La guerra è un dramma troppo spesso accettato passivamente come qualcosa di inevitabile, e purtroppo – afferma Simone Stefani, responsabile Lav Trentino – tra le sue vittime vi sono anche gli animali. Consigliamo questa mostra a un pubblico di tutte le età, a coloro che hanno vissuto la guerra ma soprattutto ai più giovani, perché siano consapevoli e possano conoscere alcuni dei tanti eroi silenziosi. Siamo lieti di inaugurare la nostra nuova Sede di Via del Suffragio 15 – che si propone come luogo di iniziative e conferenze, e ospiterà anche una piccola biblioteca dedicata a Rossana Fontanari – proprio con un tema di così grande spessore”. (Kronos)