Gli scimpanzé lasciano i laboratori dei National Institutes of Health (Nih) degli Stati Uniti. A due anni dalla dichiarazione dei Nih di non voler più utilizzare questi animali nella ricerca, i 50 scimpanzé a disposizione della sperimentazione torneranno nel loro habitat, al Chimp Haven (nella foto). ”Penso che sia il naturale passo successivo a un processo durato cinque anni per cercare di venire a patti con i benefici e i rischi della sperimentazione su questi animali molto speciali”, rileva il direttore del Nih, Francis Collins. ”Abbiamo raggiunto un punto in cui – prosegue – la necessità di fare ricerca su questi animali si è essenzialmente ridotta a zero”. Alcuni sostenitori della ricerca sugli animali non approvano la decisione del Nih. ”Data la missione primaria del Nih di tutelare la salute pubblica, questa scelta appare sorprendente”, rileva Frankie Trull, presidente della Fondazione per la Ricerca Biomedica a Washington.
Della stessa idea sono alcuni ricercatori che conducono sugli scimpanzé ricerche per tutelare le specie selvatiche: Peter Walsh, dice che questa decisione ha compromesso gli studi che stava svolgendo presso l’università della Louisiana per sviluppare un vaccino contro l’Ebola destinato agli scimpanzé. Gli attivisti per i diritti degli animali sono invece entusiasti dalla decisione del Nih. ”La sperimentazione sugli scimpanzé è eticamente, scientificamente e giuridicamente insostenibile e siamo sollevati e felici che il Nih abbia mantenuto la sua promessa di porre fine alla ricerca sugli scimpanzé” dice Justin Goodman, direttore dell’Organizzazione per il trattamento etico degli animali (Peta). Il Nih ha mandato “in pensione” nel 2013 circa 310 scimpanzé ma l’agenzia aveva mantenuto 50 animali di riserva che potevano essere usati solo nei casi di emergenze per la salute pubblica e ricerche volte alla protezione di questa specie. (Ansa)