L’Unione europea è “una fonte significativa, punto di transito e principale destinazione per diversi prodotti del traffico illegale di specie selvatiche”, con una media di 2.500 sequestri l’anno. A mettere i riflettori sull’Unione europea e a chiedere con urgenza un piano d’azione all’esecutivo Ue è un rapporto della Born Free Foundation, presentato oggi all’Europarlamento. “I 2.500 sequestri registrati nell’Ue rappresentano solo la punta dell’iceberg: è necessaria un’azione urgente” chiede Mark Jones, della Born Free Foundation. Dai corni di rinoceronti, all’avorio, fino ad animali vivi, specie rettili, venduti come animali da compagnia, l’Europa rimane un mercato fiorente per i fuorilegge. Le regole non sono sempre uniformi, quindi alcuni Paesi vietano ogni commercio d’avorio, mentre alcuni consentono quello di vecchi pezzi: almeno cento sono stati venduti in Francia solo negli ultimi tre mesi del 2014. L’Ue è anche una forte destinazione per i cosiddetti ‘trofei’ di caccia, alcuni dei quali ‘riciclati’ dal mercato illegale. Secondo il rapporto, anche per gli animali selvatici a rischio estinzione, venduti come animali da compagnia, il quadro non è roseo, come testimonia il sequestro di 165 fra tartarughe, pappagalli e gechi all’aeroporto di Heathrow nel marzo scorso. “Il piano d’azione dell’Unione europea dovrebbe concentrarsi su cosa può fare l’Ue” afferma Will Travers, presidente della Born Free Foundation. “Leadership significa azione e l’Ue è una posizione influente per aiutare ad assicurare la sopravvivenza a lungo termine di una serie di specie minacciate” conclude Travers. (Ansa)