E’ stata ufficialmente accertata la presenza dello sciacallo dorato europeo (Canis aureus moreoticus) all’interno del Parco nazionale del Circeo, che si trova una cinquantina di chilometri a sud di Roma, sulla costa tirrenica. Un percorso naturale: canide originario dell’est europeo ma in forte espansione, lo sciacallo è stato segnalato per la prima volta in Italia negli anni Ottanta e poche settimane fa la sua presenza era certa anche in Toscana. La conferma dell’ulteriore passo verso sud è arrivata da Luca Lapini della sezione Zoologica del Museo Friulano di Storia Naturale di Udine, esperto italiano della specie, contattato formalmente dall’Ente Parco che gli ha fornito la documentazione fotografica a disposizione. Tale documentazione è derivata dallo studio dei filmati registrati, nel corso del 2020, dalle fototrappole (foto sopra) installate nel territorio del Parco per un’attività di monitoraggio faunistico mirata ad approfondire la presenza della Lepre italica (Lepus corsicanus).
SPESSO VIENE CONFUSO CON LA VOLPE E IL LUPO
Il controllo delle immagini è stato eseguito da Mario Fortebraccio, che rivedendo le numerose immagini registrate, si è accorto di questo particolare canide. Non è facile individuare la presenza dello sciacallo, a causa del carattere elusivo e delle abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne di questi esemplari. Inoltre, per la sua somiglianza, viene spesso confuso con la volpe e il lupo. Date le sue abitudini comportamentali, lo sciacallo viene indicato piuttosto che come predatore (quale il lupo, suo principale antagonista in natura), come raccoglitore opportunista. E’ un animale di piccola taglia, sui 12-13 kg, si nutre di carcasse, piccoli animali, insetti e rettili, frutta, rifiuti agronomici che ricerca la sera e la notte ed è troppo minuto per abbattere ovini, ungulati adulti domestici o selvatici. Secondo gli esperti non rappresenta un pericolo per gli animali allevati.
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