E’ morta l’aquila reale, trovata nei giorni scorsi da un cacciatore in un bosco nella zona di S.Giacomo di Zocca, nel Modenese, ormai stremata e in cattivo stato di salute. L’aquila era stata impallinata da un cacciatore, diversi giorni prima il ritrovamento. Purtroppo questa mattina, il rapace è morto nonostante le cure dei veterinari del Centro fauna selvatica `Il Pettirosso´ di Modena, dove l’animale era stato portato dalla Polizia provinciale in collaborazione con la Forestale. Sono stati i veterinari stessi a scoprire oltre una decina di ferite provocate da altrettanti pallini. Ora gli operatori del servizio Zooprofilattico di Modena, ai quali è stata consegnata la carcassa, dovranno stabilire nei prossimi giorni se l’animale sia deceduto a causa di queste ferite o per altri motivi. “Resta in ogni caso la gravità dell’episodio – sottolinea il comandate della Polizia provinciale di Modena Fabio Leonelli, – ai danni di un animale particolarmente protetto. Un episodio grave ma per fortuna non frequente visto che non era mai accaduto a Modena di recuperare un aquila reale impallinata”.
All’arrivo al Centro fauna l’animale era sembrato già fortemente debilitato in quanto le ferite e la frattura a un’ala risalivano a diversi giorni precedenti. Le lastre eseguite dai veterinari del Centro hanno portato alla scoperta che lo stupendo esemplare era stato abbattuto da un colpo di fucile, sicuramente volontario anche perché è difficile scambiare un’aquila per un altro uccello cacciabile. La Polizia provinciale, però, ha già avviato le indagini per ottenere informazioni utili all’individuazione del responsabile. I reati vanno dal danneggiamento di proprietà dello Stato, abbattimento di fauna particolarmente protetta e, visto che è stata abbandonata ad una lunga agonia, si può configurare anche il reato di maltrattamento. La Provincia ha avviato un progetto di tutela dedicato all’aquila reale che nidifica in provincia di Modena dal 1989; dalla ricerca è emerso che sono cinque le coppie di aquila reale che frequentano con una certa regolarità i cieli dell’Appennino modenese, ma solo una di queste nidifica stabilmente, le altre hanno scelto zone limitrofe nel bolognese e in Toscana.
Un raro esemplare di cicogna bianca, appartentente a una “specie particolarmente protetta” dalla Direttiva Uccelli, è stato ferito e ucciso a Torre d’Isola, nella provincia pavese. Lo rende noto la Lipu-BirdLife Italia, precisando che il volatile era stato rinvenuto agonizzante due giorni fa, all’interno di un fosso. Il corpo era interamente lesionato dai pallini, dal collo alle zampe. Per il recupero sono intervenuti i vigili del fuoco e il personale della Lipu che hanno soccorso la cicogna e l’hanno trasferita in una struttura specializzata, dove, malgrado le cure, è deceduta. Per il presidente dell’associazione animalista, Fulvio Mamone Capria, si tratta di “un fatto gravissimo che colpisce una specie simbolo, che negli ultimi decenni ha ripreso a nidificare in Italia dopo secoli di assenza”.
Estinta come nidificante in Italia fino alla fine degli anni Cinquanta, la cicogna bianca ha ricominciato a nidificare dagli anni Sessanta, con progetti di reintroduzione che ne hanno determinato la proliferazione, fino ad arrivare alle attuali 285 coppie nidificanti. “Certamente – prosegue il presidente della Lipu – non possiamo non pensare che l’indebolimento della vigilanza ambientale voluta dal governo Renzi, che ha voluto cancellare il corpo forestale e portare a termine l’eliminazione delle polizie provinciali, favorisca l’aumento del bracconaggio, reato sanzionato blandamente. Un doppio colpo che, in assenza di correttivi, porterà l’Italia indietro di 30 anni rispetto ai risultati faticosamente raggiunti nella tutela della fauna selvatica”. (Kronos)