L’Unione europea di questo passo non centrerà i suoi obiettivi di tutela della biodiversità per il 2020. A metterlo nero su bianco è il rapporto a medio termine della Commissione europea, che arriva in concomitanza con un sondaggio di Eurobarometro secondo cui tre quarti degli europei pensa che animali, piano ed ecosistemi siano gravemente minacciati e oltre la metà pensa che subirà personalmente gli effetti della perdita del patrimonio naturale.
Per il commissario europeo all’ambiente e pesca, Karmenu Vella, ci sono “alcuni buoni progressi, ma è necessario molto più lavoro per colmare le lacune e raggiungere i nostri target per il 2020”. “Perdere la biodiversità significa perdere il nostro sistema di sostegno di vita, non possiamo permettercelo noi e nemmeno la nostra economia” aggiunge Vella. Il ripristino degli habitat naturali e la costruzione di infrastrutture ‘verdi’ rimane una sfida per l’Europa. Solo le specie ‘straniere’ invasive da sole provocano almeno 12 miliardi di euro l’anno di danni ad agricoltura, pesca e silvicoltura.
Secondo il rapporto di Bruxelles, il 33% degli habitat europei non sono in buon salute ma in condizioni stabili, mentre un altro 30% continua a deteriorarsi. Le foreste del Vecchio Continente sono aumentate dal 2010, ma lo stato di conservazione di habitat e specie coperti dalla normativa Ue non mostra segnali di miglioramento. A questo va aggiunto che la rete di aree marine protette è salita a quota 4%, ma è ancora lontana dall’obiettivo globale del 10%, mentre la maggior parte degli stock commerciali di pesce esaminati nelle acque europee (58%) non sono in buono stato di salute. (Ansa)