Sono meno di settecento gli esemplari di foca monaca nel mar Mediterraneo – tornata anche nell’arcipelago toscano dopo 60 anni di assenza -, sono dunque una specie più minacciata dei panda, ma non l’unica a rischio nelle acque del Mare Nostrum. A fare un quadro delle 5 specie più a rischio nei mari italiani è Leonardo Tunesi, Responsabile dell’Area Tutela Biodiversità, Habitat e Specie Marine Protette per Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel focus sulla biodiversità marina di In a bottle. Fre le specie più a rischio Tunesi cita cinque: oltre alla foca monaca ci sono la Pinna Nobilis, mollusco chiamato anche Nacchera per la sua forma (foto sopra), ora minacciato da parassiti specifici, motivo per cui si consiglia a chi fa immersioni di “non infastidirlo”.
LE CAUSE PRINCIPALI INQUINAMENTO E SFRUTTAMENTO IRRAZIONALE
Poi c’è la patella ferruginea, ovvero la patella più grande del Mediterraneo che supera i 10 centimetri, la posidonia oceanica, pianta che crea praterie sottomarine che proteggono la costa dall’erosione e sono allo stesso tempo ed è habitat e nutrizione di molti organismi animali e vegetali e, infine, i coralli bianchi profondi, messi a rischio dallo strascico e da alcune attività di pesca sportiva. “Il Mediterraneo – spiegano da In a bottle -, pur avendo una superficie pari a circa l’uno per cento di quella di tutti gli oceani, ospita oltre 12mila specie marine, ovvero tra il 4% e 12% della biodiversità marina mondiale. Purtroppo, gli organismi viventi nelle acque e il loro habitat sono in pericolo a causa principalmente dell’inquinamento da acque reflue e dello sfruttamento irrazionale delle risorse viventi”.