AGGIORNAMENTO DEL 21 GENNAIO 2020 – SETTE CASI FUORI DA WUHAN, DOVE I MORTI SONO SALITI A QUATTRO
Sono 7 finora le persone colpite dal nuovo coronavirus cinese fuori da Wuhan, la città Nel sud del paese epicentro del focolaio dell’epidemia (dove i morti per polmonite sono saliti a quattro): sono stati segnalati casi a Pechino e Guandong in Cina, e poi in Thailandia, Giappone e Corea del Sud. A fare il punto è il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), che ritiene comunque ancora basso il rischio dell’arrivo del virus in Europa. Tutti i casi che sono stati diagnosticati fuori da Wuhan sono relativi a persone che avevano viaggiato nella città cinese, dove sono in corso attività e misure ulteriori di igiene e pulizia ambientale. Pur essendo basse, le probabilità di arrivo del virus nell’Unione europea possono ora aumentare con le imminenti celebrazioni del Capodanno cinese, previste tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, per via dell’aumento dei viaggi da e per la Cina. In Europa sono tre gli aeroporti che hanno voli diretti con Wuhan (tra cui Roma Fiumicino), mentre altri hanno connessioni indirette.
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POST DEL 20 GENNAIO 2020
Sono cinque, in 16 anni, i virus che hanno fatto il “salto di specie”, ossia che dagli animali che li ospitavano sono diventati capaci di trasmettersi da uomo a uomo. Di questi tre appartengono alla famiglia dei coronavirus, la stessa di cui fa parte il virus 2019-nCoV che ha cominciato a diffondersi nella città cinese di Wuhan, dove ha finora causato tre morti per polmonite, e poi ha varcato i confini, arrivando in Giappone, Corea del Sud e Thailandia. La conferma della trasmissibilità da uomo a uomo arriva nella serata di lunedì 20 dalla Commissione della salute pubblica del governo cinese. “Tre coronavirus in meno di 20 anni sono un forte campanello di allarme. Sono fenomeni legati anche a cambiamenti dell’ecosistema: se l’ambiente viene stravolto, il virus si trova di fronte a ospiti nuovi”, ha detto la virologa Ilaria Capua, che all’Università della Florida dirige il Centro di eccellenza dedicato alla One Health, che unifica i temi della salute umana, animale e ambientale. I coronavirus sono una grande famiglia di virus, alcuni dei quali causano malattie nelle persone e altri che circolano tra gli animali, tra cui cammelli, gatti e pipistrelli.
IL 9 GENNAIO SCORSO IL CDC CINESE HA IDENTIFICATO IL VIRUS 2019-NCOV
I coronavirus animali possono raramente evolvere e infettare le persone, diffondendosi tra loro. Ma alcuni dei pazienti della città epicentro della malattia lavoravano o facevano acquisti in un mercato di frutti di mare dove sarebbero stati venduti anche animali vivi e parti di animali selvatici (nella foto sopra, persone con la mascherina nei dintorni del mercato di Wuhan, in Cina). Il 9 gennaio 2020, ricorda il ministero, il Cdc (Centers for Disease Control and Prevention) cinese ha riferito che è stato identificato un nuovo coronavirus (2019-nCoV) come agente causale ed è stata resa pubblica la sequenza genomica. Al 17 gennaio 2020, sono stati segnalati 44 casi confermati di infezione da 2019-nCoV, 41 casi da Wuhan, Cina e tre associati a viaggi: due dalla Thailandia e uno dal Giappone. Il 20 gennaio è stato confermato un caso in Corea del Sud.
DAL 2003 AL 2019: QUALI SONO I CINQUE VIRUS ANIMALI CAPACI DI COLPIRE L’UOMO
Risale al 2003 la mutazione del virus della Sars (Severe Acute Respiratory Syndrome), che era stato trasmesso dai pipistrelli agli zibetti e poi all’uomo. Sei anni più tardi, nel 2009, era stata la volta del virus dell’influenza A H1N1 trasmesso dagli uccelli ai suini e da questi all’uomo: un vero e proprio collage con elementi di tre specie che ha generato il quarto virus pandemico dopo quello della Spagnola del 1918, quello dell’Asiatica del 1957 e quello della Hong Kong del 1968. Nel 2012 era stata la volta della Mers (Middle East Respiratory Syndrome), un altro coronavirus che dai pipistrelli si era trasmesso ai cammelli e poi all’uomo. Nel 2014 ha acquisito la capacità di trasmettersi da uomo a uomo anche il virus responsabile della febbre emorragica di Ebola e adesso è comparso il nuovo virus, indicato con la sigla 2019-nCoV che, come hanno reso le autorità sanitarie cinesi, dai pipistrelli sarebbe passato a un serbatoio animale ancora non chiaramente identificato e da lì sarebbe mutato in modo da adattarsi all’organismo umano.
IL MINSALUTE: “IN EUROPA RISCHI BASSI MA NON ESCLUSI”
La probabilità di introduzione del nuovo coronavirus nell’Unione Europea, afferma il ministero della Salute sul proprio sito, “è considerata bassa, anche se non può essere esclusa”. In Italia, si spiega, “è attiva una rete di sorveglianza delle gravi infezioni respiratorie acute (Sari) e delle sindromi da distress respiratorio acuto (Ards)”. La situazione, sottolinea il dicastero, “è costantemente monitorata dal Ministero, che è in continuo contatto con l’Oms e l’Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control)”. Con la conferma della trasmissibilità uomo-uomo cresce l’allerta internazionale, a pochi giorni dal Capodanno cinese. Negli aeroporti sono scattati i controlli, incluso l’aeroporto di Roma Fiumicino con misure di monitoraggio e locandine informative per i viaggiatori. L’Oms ha convocato il Comitato di emergenza in merito al nuovo coronavirus: si riunirà il 22 gennaio a Ginevra per accertare se il focolaio di casi “rappresenti un’emergenza di salute pubblica di livello internazionale e quali raccomandazioni dovrebbero essere fatte per fronteggiarla”. Il pensiero va infatti all’epidemia di Sars che per l’Oms tra il 2002 e il 2003 fece registrare 813 decessi e 8.437 contagi in una trentina di Paesi. (post aggiornato alle 21 con la conferma della trasmissibilità)