Non ha mai fatto mistero di lavorare per una tv più equilibrata in materia di sperimentazione animale e di ricerca scientifica sostitutiva di quel modello. E anche alla vigilia della settimana dedicata alla maratona televisiva per Telethon (dal 14 al 21 dicembre) il Consigliere di Amministrazione Rai Riccardo Laganà rivendica la sua appartenenza “animalista”, postando sui social il suo appello per una “ricerca che non uccide” ma chiedendosi anche quanti fondi le saranno destinati. Laganà su Facebook ricorda, partendo dal progetto Lightup che vede coinvolti 6 macachi, i “numeri impressionanti” degli animali utilizzati nella ricerca scientifica (uno per tutti i 13 milioni “che saranno uccisi per il regolamento Europeo 4REACH: registrazione, validazione e autorizzazione uso sostanze chimiche”) sottolineando “che, a parere di molti nel 2020, moralmente ed eticamente non possono trovare la minima giustificazione”.
I FONDI RACCOLTI DA RAI E TELETHON VANNO DIVISI EQUAMENTE TRA I DUE MODELLI DI RICERCA?
Nel suo ruolo di consigliere Rai riceve “da più parti – scrive – la richiesta di garantire il pluralismo e il corretto spazio informativo a chi da anni studia, con pochissimi finanziamenti, la ricerca senza il modello animale”. Studi che per alcuni scienziati sono “modelli predittivi più vicini all’uomo”, che “non sono ratti di 70 kg” come sostiene il prof. Thomas Hartung, tossicologo di fama mondiale della John Hopkins University di Baltimora. Laganà dunque chiede che durante le iniziative Rai legate a Telethon, che raccoglie milioni di euro da destinare alla ricerca, ci si interroghi su “quale metodo conviene finanziare?” e “perché non si dirottano equamente i finanziamenti a tutti i ricercatori e non solo a quelli tradizionali?”, ricordando che “tutto questo non si evince dal loro bilancio ma come Rai abbiamo l’obbligo della trasparenza anche relativamente alle raccolte fondi”.