Contrordine. Jane Birkin ci ha ripensato e dopo aver intimato a fine luglio ad Hermès di ritirare il suo nome per la leggendaria borsa di coccodrillo, oggetto del desiderio delle donne di mezzo mondo, oggi fa marcia indietro e da il suo via libera. Hermès e’ infatti riuscita a garantire alla 68enne ex attrice di aver redarguito il singolo allevatore (“isolated irregularity”) di coccodrilli in Texas, accusato di aver maltrattato i rettili prima di macellarli, arrivando a minacciarlo di rescindere il contratto.
Ciò è bastato alla Birkin, che il 28 luglio aveva denunciato di esser venuta a conoscenza della crudeltà dei metodi utilizzati per macellare i rettili attraverso un video pubblicato dal sito della Peta, People for the ethical treatment of animals (Per il trattamento etico degli animali), per dichiararsi “soddisfatta” (“satisfied by the measures taken by Hermès”) e ritornare “testimonial” di Hermes. La Birkin ha anche detto di aver firmato la petizione Mercy for Animals (Pietà per gli Animali), sponsorizzata dell’attore Joaquin Phoenix contro “tutti i comportamenti inadeguati contro gli animali”.
Fabbricate interamente a mano in Francia da una sola persona che le firma con le sue iniziali, le Birkin sono tra le borse piu’ care del mondo. Furono battezzate cosi’ dopo un fatale incontro in aereo, all’inizio degli anni ’80, tra la cantante e attrice e l’allora presidente di Hermès, il leggendario Jean-Louis Dumas. Insieme alla cugina gemella, la Kelly (chiamata così da Grace Kelly) è un emblema della maison francese del lusso.
E’ disponibile in diversi colori e materiali, cuoio, vitello, struzzo, coccodrillo. A giugno, una borsa Birkin in coccodrillo fucsia, con rifiniture in oro e tempestata di diamanti, è stata venduta per oltre 200mila euro da Christie’s a Hong Kong. Ma anche i modelli in pelle classica, venduti a circa 7mila euro, sono difficili da trovare nei negozi e spesso bisogna mettersi in lista d’attesa prima di averne una.