Scimmie, cani, gatti, vermi e uccelli: gli animali di Frida Kahlo in mostra al Mudec di Milano

Apre oggi al museo Mudec di Milano la mostra “Frida Kahlo – Oltre il mito”. In esposizione oltre 70 dipinti, 150 foto e 50 disegni dell’artista messicana, opere provenienti dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo al mondo, insieme a prestiti di diversi musei internazionali. Se per l’opera completa rimandiamo all’articolo, alla fotogallery e al video sul sito del Sole 24 Ore, su 24zampe consideriamo il rapporto dell’artista con gli animali che ha ritratto nelle sue opere esposte a Milano e il significato della loro presenza, grazie ad alcune annotazioni del curatore della mostra Diego Sileo.

LE OPERE CON ANIMALI

Con una vita costellata da guai fisici e spesso costretta all’immobilità dalla spina bifida di cui soffre dalla nascita e dopo un gravissimo incidente avuto da adolescente, Frida si circonda di animali accogliendoli e creando un “nido” che infonde sicurezza e fiducia. Sfortunata anche in amore, gli animali di casa sono i suoi veri amici e anche i figli che non avrà mai: oltre un terzo dei suoi autoritratti sono in realtà dipinti di gruppo con la presenza della scimmia, del gatto, del pappagallo, del cane nudo, del cerbiatto e della colomba. Diego Sileo, conservatore del Pac e storico dell’arte specializzato in arte contemporanea latinoamericana, chiarisce i due livelli di lettura del rapporto dell’artista con gli animali. “Il più semplice è quello di un legame di tipo affettivo: scimmie, cani nudi messicani e pappagalli sono i suoi animali domestici. Un po’ come succede anche oggi, in un atteggiamento molto moderno. La seconda lettura, più complessa, è il rimando alla simbologia precolombiana e azteca. La scimmia, presente in molte opere della Kahlo, significa desiderio di maternità ma anche lussuria: in ‘Autoritratto con scimmia’ del 1938, Frida vuole parlarci del suo amore per Nickolas Muray, una crepa nel suo tormentato rapporto con il marito Diego Ribera”.

SCIMMIE, FARFALLE, PULCINI E PAPPAGALLI

Anche le farfalle sono simboli funerei e funesti: rappresentano l’apparenza che inganna quando decorano la gamba più malandata dell’artista. Nell’autoritratto con la corona di spine “il gatto rappresenta la minaccia al suo amore con Ribera e le spine alle quali il colibrì è appeso il sincretismo religioso dell’artista, cattolica ma con rimandi precolombiani”. Nelle sue nature morte, in particolare in “Lacrime di noci di cocco”, i frutti “sono marci e ospitano insetti e lombrichi che vi si insediano e li portano a deteriorarsi, un parallelismo con sue malattie”, continua Sileo. Ne “Il pulcino” la Kahlo manda un messaggio politico dopo aver scoperto che gli Usa avevano chiamato la bomba sganciata su Hiroshima “The little chicken”. Le quattro scimmie di “Autoritratto con scimmie” rappresentano stavolta non i figli desiderati ma i suoi quattro alunni più fedeli e affettuosi mentre nell’autoritratto “Io con i miei pappagalli” gli animali, pappagalli amazzoni, Frida rappresenta un proprio momento di forza interiore e audacia sentimentale. In mostra anche il celebre dipinto “Il cervo ferito”: l’artista qui rappresenta il dolore fisico ed emotivo di una convalescenza difficile dopo un’operazione nel 1946. Si identifica con un cervo, forse l’amato Granizo, suo cerbiatto domestico, trafitto da numerose frecce (come San Sebastiano) che giace ferito sotto un ramo spezzato, simbolo di morte imminente. L’esposizione è promossa dal Comune di Milano e da 24 Ore Cultura del Gruppo 24 Ore. L’affetto di Frida per gli animali ha anche ispirato Artistartesão Artgallery che ha realizzato “A tribute to a friend”, due toysculpture in edizione limitata a 99 esemplari in vendita allo store del Mudec: “Kako e Kato, la scimmia e il gatto, gli amici di Frida Kahlo”.