Torna a casa dalla sua padrona il caracat, incrocio tra caracal, lince del deserto e gatto europeo, sequestrato la scorsa settimana per via della sua presunta pericolosità in un appartamento di Milano e ora in gabbia in una clinica veterinaria. La padrona, una donna di nazionalità bulgara residente in zona porta Venezia, l’ha acquistato all’estero e l’ha importato in Italia con tutti i documenti in regola, dal microchip al passaporto veterinario alla documentazione Cites. Negli ultimi giorni ha chiesto spesso di riavere a casa il gatto – anche oggi sul Corriere -, spiegando che non è affatto aggressivo e che dorme sul divano come un micione qualsiasi, e ha denunciato lo stato di sofferenza dell’animale in gabbia, dove rifiutava il cibo. Parole evidentemente ascoltate dalle autorità: il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano ha firmato un decreto con cui dispone il suo affidamento in custodia giudiziale presso la proprietaria poiché l’attuale collocazione “pare provocare un grave stato di sofferenza nell’animale”. Non è stato invece concesso il dissequestro chiesto dai legali della signora, che è comunque indagata per detenzione di animali pericolosi per l’incolumità pubblica. Nel decreto di oggi, firmato nel tardo pomeriggio, si spiega anche che sono state date rassicurazioni sulla “docilità dell’animale” dai veterinari della clinica dove è stato portato in seguito al sequestro. Sul sito di petizioni online change.org sono già 66mila i sottoscrittori che hanno chiesto la liberazione di Grum.
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