Il bracconaggio è il nemico numero uno dei rinoceronti: in Sudafrica, dove vive l’80% degli ultimi esemplari, anche quest’anno, il quinto di fila, si potrebbero contare oltre mille rinoceronti uccisi dai bracconieri per i loro corni. Lo denuncia la sezione sudafricana del Wwf in occasione della Giornata mondiale del rinoceronte che si celebra oggi, 22 settembre. Lanciata nel 2010, l’iniziativa punta a tenere accesi i riflettori su uno degli animali tra i più minacciati dall’estinzione. In Sudafrica, spiega l’organizzazione del panda, secondo i dati ufficiali del governo dal 2006 sono stati uccisi 6.680 rinoceronti. E ora i bracconieri – che sono arrivati a colpire persino nello zoo di Parigi – starebbero pericolosamente spostando la loro attenzione anche al di fuori del Parco nazionale Kurger, in particolare sulle popolazioni vulnerabili del KwaZulu-Natal. Tutte e cinque le specie di rinoceronte (due africane e tre asiatiche), ricorda la International Rhino Foundation, sono in pericolo. Alcune più di altre. Come il rinoceronte bianco settentrionale, di cui sono rimasti 5 esemplari. L’unico maschio al mondo, Sudan, ha ormai superato l’età per riprodursi e vive protetto nella riserva di Ol Pejeta Conservancy in Kenya. Tre specie, il rinoceronte nero africano e quelli asiatici di Giava e Sumatra, sono inserite nella Lista Rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura come in “pericolo critico” di estinzione. Preoccupa anche il cambio di passo del commercio illecito di corni, recentemente evidenziato da un’indagine di Traffic: per eludere i controlli i corni contrabbandati vengono trasformati già in Africa in gioielli e polvere. Merce “finita” da spedire ai facoltosi acquirenti in Asia, soprattutto cinesi e vietnamiti. “L’esposizione del corno come status symbol di benessere o il corno stesso ridotto in polvere per un impiego in sedicenti medicinali asiatici sono i motivi trainanti della strage del secolo”, ricorda Wwf Italia. Il rinoceronte è infatti un animale prezioso: un chilo di corno “viene venduto al prezzo di circa 100mila dollari. Calcolando che un corno può pesare da 1 a 3 chili, se ne deduce che il valore di un animale va dai cento ai trecontomila dollari. E se da un lato è in aumento il numero delle persone disperate o comunque in cerca di un bottino facile e disposte quindi a massacrare i rinoceronti, dall’altra aumenta in maniera esponenziale la classe benestante asiatica (solo in Vietnam il numero dei multimilionari è aumentato del 150% in 5 anni) con la disponibilità economica necessaria ad alimentare una tragica quanto folle domanda di corno”.
- In Repubblica Ceca i responsabili dello zoo hanno mutilato i rinoceronti del corno per evitare di vederseli attaccati dai bracconieri. Ne abbiamo scritto qui su 24zampe.