AGGIORNAMENTO DEL 25 LUGLIO IN CODA – LA REAZIONE DI OIPA E 100%ANIMALISTI
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AGGIORNAMENTO DELLE 18 IN CODA – L’ETOLOGO ALLEVA: “OPERAZIONE ASSAI COMPLICATA”
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AGGIORNAMENTO DELLE 17.45 IN CODA – LA REAZIONE DI LAV E ENPA ALL’ORDINANZA
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POST ORIGINALE
L’ordinanza annunciata è arrivata ed inizia la ricerca per la cattura dell’orso, che potrebbe però anche risolversi in un abbattimento a norma di legge. Il Trentino, infatti, cerca ufficialmente il plantigrado che l’altro ieri ha ferito un uomo 70enne di Cadine che passeggiava in un bosco nell’area dei laghi di Lamar col cane. Ne abbiamo scritto qui ieri su 24zampe. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, ha firmato l’ordinanza dopo l’episodio avvenuto sabato esattamente in località Predera, nel territorio di Terlago, Comune di Vallelaghi. Prevede un “intervento di monitoraggio, identificazione e rimozione di un orso pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica” e, nel caso i forestali si trovassero in pericolo durante la cattura, li autorizza anche a ucciderlo. Il provvedimento firmato da Rossi ordina infatti “al Servizio Foreste e Fauna tramite il personale del Corpo forestale trentino di procedere, nel più breve tempo possibile” a monitorare l’area, identificare l’esemplare e procedere a cattura per captivazione permanente o abbattimento. “L’ordinanza contingibile e urgente è – ricorda l’amministrazione provinciale – il principale strumento di cui l’amministrazione provinciale dispone per la gestione di eventi straordinari come quello di due giorni fa”.
L’OPPOSIZIONE DEGLI ANIMALISTI
Si oppongono gli animalisti, che rivivono l’incubo del caso Daniza e che già ieri hanno manifestato le proprie perplessità. Qui abbiamo riportato le posizioni di Wwf, Lav nazionale e trentina, Movimento animalista e Enpa. Oggi la Lac, Lega per l’abolizione della caccia, annuncia di essere “pronta a impugnare l’ordinanza di rimozione”. Ad affermarlo è Caterina Rosa Marino, che spiega come “in ogni zona del mondo frequentata da orsi si raccomanda di non coglierli di sorpresa, di non avere cani al seguito, e di non correre né a piedi né, tantomeno, in bicicletta”. Nell’esprimere il proprio dispiacere per l’accaduto, Lac ribadisce che il problema non sono gli orsi ma la scarsità di informazioni: “Occorre, per il bene di tutti, che gli umani diano agli animali il tempo di ascoltare i rumori prodotti camminando. Non occorre suonare la tromba, basta il tintinnio di un campanello o di un mazzo di chiavi o, semplicemente, parlare, canticchiare, fischiettare. Se l’orso, così come qualunque altro animale selvatico, percepirà il rumore e l’odore dell’uomo, non ci sarà alcun contatto, perché l’animale fuggirà molto prima. L’orso ci teme e preferisce evitarci”. Infine, nessun accenno alla vicenda (almeno via twitter) dalla neonominata responsabile del Pd per la Difesa degli animali, Patrizia Prestipino. Per saperne di più consultare qui il Pacobace, il Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali, formalmente adottato da tutte le Amministrazioni territoriali coinvolte.
LA ZONA PRESIDIATA DA UOMINI E DUE UNITA’ CINOFILE DA RICERCA ORSO
Domani intanto si riunirà la Commissione dei 12 (Commissione paritetica Stato-Regione), per l’esame della norma di attuazione depositata dalla Provincia autonoma di Trento, “che, se approvata – spiega l’amministrazione provinciale – consentirebbe di gestire in via ordinaria, quindi in maniera diretta e più rapida, nel rispetto del quadro normativo nazionale ed europeo, tutto quanto concerne la presenza dell’orso in Trentino. Continua nel frattempo l’attività di monitoraggio e presidio della zona con personale forestale sia nei cinque punti di accesso principali, anche con il compito di informare le persone che vi transitassero, sia con una squadra di emergenza di quattro persone e due cani di razza laika (razza russa di cani da caccia proveniente dalle zone forestali della Russia Europea) da ricerca orso, finalizzata anche alle attività di cattura previste dall’ordinanza.
L’ASSESSORE TRENTINO: “SI TRATTEREBBE DI UNA FEMMINA, IN ZONA SONO SEI”
“In base alle indicazioni del ferito in merito alle dimensioni, dovrebbe essere stata una femmina e del resto si tratta di una zona in cui l’allerta è nota ed è crocevia per sei femmine”. Lo ha riferito stamani l’assessore provinciale trentino all’Ambiente, Michele Dallapiccola, in Consiglio provinciale. Mentre l’assessore è tornato a ribadire di comprendere le preoccupazioni della gente e che la Provincia è in attesa di una norma di attuazione proprio per ottenere maggiore autonomia e prontezza d’intervento in situazioni critiche, le opposizioni hanno nuovamente attaccato l’amministrazione per la gestione dei plantigradi.
Il post è in aggiornamento. (nella foto d’archivio Ansa, l’orsa Daniza con i cuccioli)
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AGGIORNAMENTO DELLE 17.45 – LA REAZIONE DI LAV E ENPA ALL’ORDINANZA
LAV. “Ergastolo o uccisione. Questo il freddo, agghiacciante verdetto non degno di un Paese civile, avanzato dalla Provincia di Trento per l’orso che si sarebbe scontrato con un uomo – fortunatamente senza gravi conseguenze e al quale esprimiamo la nostra solidarietà – in presenza del suo cane”, afferma la Lav, a proposito dell’episodio avvenuto in Trentino sabato sera. Per l’associazione, tale verdetto sarebbe contenuto nell’ordinanza che prevede sì un intervento di “monitoraggio, identificazione e rimozione” ma nello specifico “alla lettera j) dell’ordinanza si prevede la ‘cattura per captivazione permanente’ e alla lettera k) ‘abbattimento'”. “Si tratta – prosegue Lav – di una sentenza senza processo, emessa sulla spinta emotiva e irrazionale di un’Amministrazione provinciale che vuole pieno diritto di vita e di morte sugli orsi. Gli orsi non sono tornati in Trentino per loro volontà, ma per decisione della Provincia che ne ha fatto un vanto con tanto di pubblicità, e a spese del contribuente. Ma gli orsi veri non sono peluche né bersagli. Il Ministro dell’Ambiente Galletti continui pure ad alzare le mani, da Daniza a oggi non c’è una gestione veramente attiva e risolutiva in materia di corretta convivenza con questi animali”.
ENPA. La possibilità “di catturare, detenere reclusi a vita e finanche uccidere con relativa facilità gli orsi definiti ‘pericolosi’, non si sa bene in base a quali caratteristiche, è un vero abominio”, afferma l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) a proposito dell’orso su cui pende un’ordinanza di cattura da parte del presidente della Provincia autonoma di Trento. La decisione del presidente della Provincia Ugo Rossi è stata assunta “nell’immediatezza di un fatto su cui non è stata ancora fatta la dovuta chiarezza; così come non è stato neanche individuato l’esemplare che si sarebbe reso responsabile dell’aggressione – rileva l’Enpa – Paradossalmente, c’è l’ordinanza ma non l’orso da catturare, visto che al momento regna la più assoluta incertezza. Questo lascia pensare al provvedimento emanato oggi come ad un mero pretesto, all’occasione per realizzare un disegno – il massacro degli orsi – da troppi atteso con grande impazienza. Un disegno – ad avviso dell’Enpa – che rappresenta solo un riflesso della più generale biofobia della cattiva politica: dopo i lupi, che Galletti voleva a tutti i costi sterminare, ora il Ministro avrà potere di vita o di morte sugli orsi poiché chiamato ad autorizzare catture e uccisioni”. A tale “disegno animalicida, Enpa dice no”. Su change.org anche una petizione, https://www.change.org/p/al-presidente-della-provincia-autonoma-di-trento-ugo-rossi-nessuno-tocchi-l-orso?recruiter=77689099&utm_source=share_petition&utm_medium=twitter&utm_campaign=share_petition
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AGGIORNAMENTO DELLE 18 – L’ETOLOGO ALLEVA: “CATTURA? OPERAZIONE PER VERI ESPERTI”
Catturare un orso senza metterlo in pericolo di vita è possibile, ma è necessario avvalersi di “veri esperti” del comportamento di questo animale e preparare accuratamente la cattura. Lo afferma Enrico Alleva, etologo dell’Accademia dei Lincei, in merito all’ordinanza firmata stamani dal governatore del Trentino, Ugo Rossi, in cui si prevede che i forestali possano uccidere l’esemplare nel caso si trovassero in pericolo durante la cattura. Per evitare che i forestali si trovino a dover sparare, o che l’esemplare non sopravviva ai narcotici come accadde per l’orsa Daniza nel 2014, “l’auspicio è che ci si avvalga di veri esperti del comportamento dell’orso”, spiega Alleva. Esperti italiani potrebbero essere coadiuvati da colleghi internazionali, ad esempio degli Stati Uniti, dove in questo ambito si ha un’esperienza maggiore. Fondamentale è inoltre preparare con cura la cattura, ad esempio con l’uso di esche, prosegue Alleva, che sottolinea: “Non si può andare senza una pianificazione, come se fosse una caccia”. Più in generale, prosegue l’etologo, “monitorare è la parola d’ordine”, perché se è vero che “serve una certa variabilità di specie e quindi non possiamo sterminare specie potenzialmente pericolose come orsi e lupi”, non intervenire farebbe sentire le popolazioni locali abbandonate a loro stesse. Un esempio positivo è rappresentato dai protocolli in vigore negli Usa, dove gli orsi sono monitorati per evitare che si avvicinino troppo a potenziali fonti di cibo come la spazzatura, e quindi ai centri abitati. Quando ciò avviene, vengono catturati e spostati altrove.
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AGGIORNAMENTO DEL 25 LUGLIO – LA REAZIONE DI OIPA E 100%ANIMALISTI
OIPA. L’Oipa “farà ricorso contro l’ennesima ordinanza scellerata che rappresenta un atto di forza immotivato e non risolutivo da parte della Provincia Autonoma di Trento”, annuncia l’Organizzazione internazionale protezione animali. “Ancora una volta – sostiene- un comportamento che fa parte del normale etogramma specie-specifico dell’orso viene posto al ‘massimo livello della scala di pericolosità prevista dal Pacobace’, senza che un consiglio di esperti in plantigradi si sia riunito per la valutazione”. “Se la Commissione dei 12 (commissione paritetica Stato-Regioni, ndr) consentirà alla Provincia di gestire in via ordinaria la presenza dell’orso in Trentino tramite decisioni che ne mettano a repentaglio benessere e sopravvivenza, faremo ricorso al Consiglio di Stato e alla Corte costituzionale”.
CENTOPERCENTOANIMALISTI. Linea dura di Centopercentoanimalisti, cha annuncia un boicottaggio per il Trentino. “Sappiamo tutti – spiega l’associazione – come è morta Daniza: Centopercentoanimalisti da anni tiene viva la memoria di Mamma Orsa, con blitz e altre iniziative per non far dimenticare la vergogna della provincia Trentina”. Centopercentoanimalisti “dichiara ‘lotta dura’ alla Regione Trentina, da adesso in poi ogni ‘uscita’ dalla Regione della morte, verrà boicottata, ad iniziare dalle varie squadre sportive, alle varie manifestazioni folkloristiche. Non permetteremo un’altra Daniza!”.