AGGIORNAMENTO DEL 26 SETTEMBRE 2016
Sono entrati nel vivo a Johannesburg il lavori del summit della Cites, la Convenzione sul commercio internazionale delle specie a rischio, che si riunisce ogni tre anni. Fino al 5 ottobre i 2.500 delegati discuteranno di 62 proposte, riguardanti quasi 500 specie, per rafforzare le misure di controllo internazionali. Le decisioni finali saranno poi vincolanti per i paesi membri. Fra i temi sul tavolo, il bando totale del commercio dei pangolini, un piccolo formichiere asiatico e africano dal dorso coperto di squame, ricercatissimo dalla medicina tradizionale cinese e vietnamita e per questo fra gli animali più trafficati illegalmente al mondo. A Johannesburg si parla anche di una protezione maggiore per squali, pappagalli e rane. L’argomento più controverso riguarda gli elefanti. Alcune nazioni africane vogliono togliere il bando al commercio di avorio, altri 29 stati africani vogliono invece aumentare le misure di protezione. In discussione anche la richiesta dello Swaziland di legalizzare la vendita di corni di rinoceronte. Per il segretario generale della Cites, John E. Scanlon, la conferenza di Johannesburg è “uno degli eventi più decisivi nei 43 anni di storia della Convenzione”.
POST ORIGINALE
Apre oggi a Johannesburg, in Sud Africa, la 17esima Conferenza delle parti della Convenzione delle Nazioni Unite sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites). Nel corso della conferenza CoP17, che vede riuniti i rappresentanti di 182 paesi e che si conclude il 5 ottobre, viene riesaminata l’attuazione della convenzione per la conservazione delle specie selvatiche, che riguarda più di 35mila piante e animali e assicura che il commercio sia legale, tracciabile e sostenibile. Sul tavolo anche l’adozione di nuove misure vincolanti per la tutela delle specie. I principali provvedimenti che si spera siano adottati dopo Johannesburg riguardano principalmente il traffico d’avorio e la protezione degli elefanti, la difesa del rinoceronte, cacciato per il commercio illegale del corno, e il mammifero più trafficato al mondo: il pangolino. Ma si chiede di tutelare molte altre specie animali e vegetali. Nella foto sopra, il logo della Conferenza: un patchwork a forma di rinoceronte composto di tante altre specie in pericolo, con l’Africa nel cuore. Se la grafica è un linguaggio, il messaggio è chiaro.
LE RICHIESTE DELLA UE…
La Ue, ha indicato ieri la Commissione europea, preme sui 182 membri della CoP17 per l’adozione di misure forti contro il traffico di avorio e quello che interessa i rinoceronti, le tigri, le scimmie antropomorfe, i pangolini, gli squali, i rettili e il legno di palissandro. L’Unione propone di affrontare il traffico di specie selvatiche, la corruzione e di definire norme internazionali sul commercio dei trofei di caccia per garantire che tale commercio possa avvenire “solo quando è legale e sostenibile”. Il traffico di specie selvatiche è al quarto posto della classifica delle principali reti criminali internazionali, ha indicato l’esecutivo Ue. Negli ultimi anni il fenomeno ha subito una vera e propria impennata. Secondo alcune stime, ogni anno dalla criminalità organizzata passano da 8 a 20 miliardi di euro, cifre equivalenti a quelle del traffico di droga, di armi e di esseri umani. “Questo fenomeno non solo minaccia la sopravvivenza di alcune specie selvatiche, ma alimenta anche la corruzione, finanzia gruppi di miliziani, miete vittime umane e priva le comunità più povere di fonti indispensabili di reddito”, è scritto in un rapporto comunitario. Quasi le stesse parole pronunciate da Papa Francesco durante il suo viaggio in Africa, meno di un anno fa: “Traffico d’avorio e sterminio di elefanti alimentano povertà ed esclusione”. Ne abbiamo scritto qui su 24zampe.
…E QUELLE DELLE ONG AMBIENTALISTE
Anche un gruppo di organizzazioni impegnate nella salvaguardia dell’elefante africano chiede alla CoP17 di vietare totalmente il commercio di avorio. Solo 425mila elefanti africani vivono oggi nel loro habitat e circa 33mila sono massacrati ogni anno per prelevarne le zanne, uno ogni 15 minuti. Con i ritmi attuali, l’elefante africano potrebbe estinguersi nei prossimi 10 anni. WildAid, Stop Ivory, Environmental Investigation Agency (Eia), Zsl (Zoological Society of London), Tusk e Global March for Elephants chiedono a tutti di “unirsi alla mandria” (#JoinTheHerd sui social) per esprimere come voterebbero se avessero voce in capitolo. Il gruppo ha commissionato un sondaggio su più di 7mila cittadini europei – tra Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Svezia – per sondare la percezione e la consapevolezza relative al commercio di avorio. La maggior parte degli intervistati (l’80%) condivide l’idea che comprare e vendere avorio nel loro Paese sia già illegale. In realtà, mentre il commercio internazionale di avorio è stato bandito dal 1989, molti mercati interni rimangono aperti, diversi dei quali in Europa. Una media dell’85% degli intervistati, senza differenze di genere, età, istruzione o classe sociale, è contraria al commercio di avorio in ogni parte del mondo, con risultati simili anche in Stati Uniti, Canada e Australia.