Sempre più paesi Ue dicono no al business delle pellicce

Cresce il numero dei paesi europei in cui si dice no al business delle pellicce. E proprio per questo motivo, in numerosi centri chiudono gli ultimi allevamenti. E’ quanto racconta il servizio pubblicato su Delfi.lt, realizzato nell’ambito del progetto internazionale Pulse. Il servizio sottolinea che “sempre più paesi europei scelgono di vietare gli allevamenti di pellicce, ovvero l’allevamento e l’uccisione di animali esclusivamente per il bene della loro pelliccia”. Non solo, “in alcuni Paesi che hanno preso questa decisione, gli ultimi allevamenti stanno per essere chiusi”. Dal 2027 in Lituania non ci saranno più allevamenti di animali da pelliccia. “La legge sul divieto degli allevamenti di animali da pelliccia in Lituania è entrata in vigore il 1° gennaio 2024 e dal 1° gennaio 2027 sarà vietato detenere, allevare, vendere o altrimenti trasferire animali al solo scopo di ricavarne la pelliccia – racconta il servizio -“.

PREVISTI INDENNIZZI PER CHI CHIUDE GLI ALLEVAMENTI

“Secondo il Ministero dell’Agricoltura, la Commissione per l’Ambiente ha previsto un principio di indennizzo graduato per chi cessa l’attività degli allevamenti di animali da pelliccia: chi ha chiuso l’attività nel 2024 potrebbe ricevere 3 euro per unità, nel 2025 2 euro e chi si è ritirato dal mercato nel 2026 1 euro. Inoltre, il 100 percento. compensati dall’azienda agricola, vale a dire costi di demolizione dell’edificio, distruzione delle attrezzature e indennità di buonuscita per i dipendenti”. “Il divieto degli allevamenti di pellicce in Lituania – argomenta il servizio realizzato nell’ambito del progetto PULSE -è stato adottato grazie al coinvolgimento attivo di organizzazioni ambientaliste e pubbliche, come ‘Empty Cages’ (Gabbie vuote), nonché dei residenti del Paese”. In qualche caso alcuni allevamenti sono stati chiusi, ancora prima dell’entrata in vigore della legge dedicata, per via della severità delle norme per il benessere animale. (Il Sole 24 Ore Radiocor)

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