Nei loro habitat anche le specie aliene invasive rischiano l’estinzione

Sembra un paradosso, ma anche le specie aliene invasive, tra le principali minacce per la biodiversità, possono rischiare l’estinzione nei loro habitat d’origine: a svelarlo lo studio condotto dall’Università Sapienza di Roma insieme all’Università di Vienna, che ha individuato ben 36 specie in pericolo, dal coniglio europeo al ratto norvegese, dal muflone al visone americano. Lo studio, pubblicato sulla rivista Conservation Letters, solleva un interessante dibattito nel mondo che si occupa della conservazione: i ricercatori si chiedono se sia giusto proteggere questi animali, nonostante il grave danno che possono arrecare all’ambiente in cui si insediano. Le specie aliene invasive hanno contribuito al 60% delle estinzioni registrate negli ultimi decenni. Attualmente, l’uomo ha introdotto 230 specie di mammiferi non autoctoni in nuove aree del mondo, dove si sono stabilite in modo permanente. “Ci siamo chiesti quante di queste specie siano a rischio anche nei loro areali d’origine”, commenta Lisa Tedeschi di Sapienza e Ateneo viennese, prima autrice dello studio. “Ne abbiamo scoperte 36: questo numero ci ha sorpreso molto – sottolinea Tedeschi – perché inizialmente pensavamo che le specie aliene e invasive fossero comuni anche nei loro ambienti nativi”.

IL MACACO CRESTATO E IL CONIGLIO SELVATICO SONO DUE SPECIE D’ESEMPIO

La maggior parte di queste 36 specie sono originarie delle regioni tropicali dell’Asia, dove la distruzione massiccia delle foreste pluviali e la caccia intensiva rappresentano le principali cause del declino. Per fare un paio di esempi, un’importante specie di mammifero minacciata nella sua area nativa è il macaco crestato, la cui popolazione nel suo areale naturale nel Sulawesi è diminuita dell’85% dal 1978, mentre si è diffuso in altre isole in Indonesia e lì si trovano popolazioni stabili. Il coniglio selvatico è in pericolo in Europa mentre in altre parti del mondo, come l’Australia, ha popolazioni introdotte molto grandi che sono molto più grandi di quelle in Europa. “Le tendenze degli ultimi decenni e le proiezioni per il futuro fanno ritenere che conservare i mammiferi a rischio in questa regione sarà molto complesso”, dice Carlo Rondinini dell’Università Sapienza, coordinatore del gruppo insieme a Franz Essl dell’Università di Vienna. “Per questo – aggiunge Rondinini – le popolazioni aliene di specie minacciate potrebbero, in alcuni casi, rappresentare una carta in più per evitarne l’estinzione”.

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