AGGIORNAMENTO DEL 27 OTTOBRE 2024 – ACCESSO ANIMALI IN SENATO, SI CERCA UNA FORMULA CHE ACCONTENTI TUTTI
Si accelera in Senato per il via libera agli animali da compagnia -cani e gatti, almeno per il momento- che verranno dotati di passi per gli uffici di Palazzo Madama. I questori Nastri, De Poli e Meloni martedì tornano a riunirsi, cercando di trovare la formula che accontenti tutti. Ma, al di là dei necessari dettagli, pare che la Politica non possa e non voglia rinunciare ad avere al fianco, anche nei Palazzi, il proprio amato cagnolino o gattino. “Non mi stupisce affatto questa novità, sapesse quanti sono i politici, anche senatori, che sono mie clienti, ieri uno di loro è venuto a trovare il suo animale che sta qui da un po’ di tempo… .”, dice all’AdnKronos Luigi Molon, 76enne proprietario di Casa Rosa, dimora nella zona del Portuense a Roma, l’unico cimitero italiano autorizzato alla sepoltura degli animali, con tanto di nome e lapide. Nella struttura, il veterinario oggi in pensione, ospita un migliaio di spoglie degli amati quattro zampe. “Negli ultimi dieci anni è stato un boom di politici che sono arrivati per poter dare sepoltura a cani e gatti”, spiega. “Ce ne sono alcuni -racconta- che vengono almeno una volta al mese a trovare chi hanno lasciato qui, spesso tra le lacrime”. Nomi non se ne fanno. “E’ una forma di privacy che voglio tutelare”, replica, chiedendo di non insistere. Ma sui numeri Molon non si tira indietro: “C’è un politico che ha fatto seppellire 22 tra cani e gatti, un altro ne ha poi quattro….”, dice in un elenco che non si ferma alle dita di una mano. Negli anni tanti sono stati i cani e gatti dei vip della politica a trovare l’eterno riposo qui. La prima sepoltura fu però pre-repubblicana, di regime: “Nel ’23 -ricorda Molon- mio padre Antonio, che era il veterinario di Mussolini, si occupò di tumulare la gallina del Duce, con cui giocavano i figli Romano, Vittorio e Bruno”. Sempre a Casa Rosa, riposano in eterno i cani di Casa Savoia. Poi non mancarono i presidenti della Repubblica, come Leone e Pertini: il primo lasciò qui gli amati gatti, l’ex partigiano invece il suo barboncino gigante di nome Trick. A Casa Rosa vengono tumulati anche altri animali, meno mansueti, che al Senato non vedremo di sicuro. “Un cliente mi ha portato un leone, un altro una tigre, ma almeno era cucciola, mentre il leone non so proprio come poteva averlo a casa…”. (Adnkronos)
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POST DEL 4 OTTOBRE 2024
“Vi do una bella notizia”, credo che sia “giunto il momento di autorizzare, con la dovuta preoccupazione, i senatori a portare i propri animali domestici dentro il Senato”. Parole del presidente del Senato, Ignazio La Russa, alla seconda edizione de ‘Le radici della bellezza’ dei gruppi Parlamentari di Fratelli d’Italia di Camera e Senato a Brucoli, frazione marinara di Augusta (Siracusa). “Finalmente le riforme che aspettavamo! L’Italia è salva”, ironizza sui social Carlo Calenda (Azione) mentre è entusiasta Micaela Biancofiore (Civici d’Italia): “Nel giorno in cui si onora San Francesco, patrono degli animali, una notizia stupenda e attesa da tempo”.
C’E’ CHI INSERISCE LA PRESENZA DEGLI ANIMALI NEI CONTRATTI
“Aziende internazionali come Google, Amazon, Unicredit, Lavazza, Elisabetta Franchi – aggiunge la senatrice – danno la possibilità addirittura nei contratti di lavoro perché il beneficio degli animali in ufficio è scientificamente provato. Fino a oggi, era sinceramente una discriminazione inaccettabile e un controsenso che gli animali domestici potessero entrare ovunque ma non negli uffici di chi scrive le leggi, tra le quali la riforma che ha inserito la tutela degli animali in Costituzione all’art.9. Stucchevole parlare di abbandono, di adozioni, di leggi di condanna di violenze sugli animali, se proprio gli uffici legislativi non danno il buon esempio”, conclude. Anche Michela Vittoria Brambilla (Nm), presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell’ambiente, approva l’iniziativa e rilancia: “Speriamo che sempre più uffici pubblici seguano l’esempio del Senato”.
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