La Namibia, paese dell’Africa Sud-occidentale, sceglie di sacrificare circa 700 animali selvatici per salvare dalla fame la popolazione. “Siccità, crisi alimentare, cambiamento climatico e fame nel mondo. Ormai da tempo – denuncia Confeuro -, purtroppo, molti paesi del sud dell’Africa, stanno affrontando una vera e propria emergenza ambientale e sociale – tra l’immobilismo dei grandi paesi dell’Occidente -, con conseguenze negative per milioni di abitanti che rischiano di restare senza cibo. Una realtà particolarmente allarmante sta accadendo in Namibia, il cui governo ha deciso di selezionare centinaia di animali selvaggi, tra i quali 83 elefanti per macellarli e distribuire la carne alla popolazione locale, in un piano di soccorso contro la siccità. Un vero e proprio elenco della spesa, che condanniamo con fermezza, visto e considerato che prevede anche l’abbattimento di zebre, ippopotami, bufali, impala, gnu e antilopi“. Sono parole di Andrea Tiso, presidente nazionale della Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.
CONFEURO: “ANIMALI CHE PAGANO GLI ERRORI DI CHI GOVERNA LA TERRA”
“Siamo di fronte a una decisione insensata e illogica dove i nostri poveri animali si ritrovano a dover pagare con la vita per colpa degli errori degli esseri umani, che governano la terra – aggiunge Confeuro -. Quanto sta accadendo in Namibia infatti è la cartina di tornasole di decisioni geopolitiche internazionali miopi e cieche, che hanno sottovalutato e stanno sottovalutando l’allarme rosso, legato alla siccità: una questione che riguarda, peraltro, gran parte dell’Africa e inizia pericolosamente a interessare anche altri come continenti e paesi, ivi inclusa l’Italia dove avanza la crisi idrica e il cambiamento climatico mostra tutti i suoi effetti negativi. È chiaro ed evidente come la questione siccità debba diventare vera priorità della agenda istituzionale globale e come devono essere trovate soluzioni lungimiranti e coraggiose, che privilegino la sopravvivenza umana e la tutela dell’ambiente rispetto al dio denaro e al potere economico”.
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AGGIORNAMENTO DEL 3 SETTEMBRE 2024 – INIZIATI GLI ABBATTIMENTI
La Namibia ha iniziato l’abbattimento di oltre 700 animali selvatici – fra l’altro ippopotami, elefanti, bufali, zebre – per nutrire popolazioni affamate a causa della peggiore siccità degli ultimi decenni. Lo ha annunciato il Ministero dell’Ambiente del Paese dell’Africa australe. Finora sono 160 gli animali uccisi nell’ambito di questa misura governativa annunciata la settimana scorsa che permetterà, oltre a fornire carne a migliaia di persone, di ridurre la pressione sulle risorse di pascolo e idriche gravemente compromesse dalla siccità. Cacciatori professionisti sono stati incaricati di abbattere 30 ippopotami, 83 elefanti, 60 bufali, 100 gnu blu, 300 zebre, 100 “eland” e 50 impala (due tipi di antilopi). L’abbattimento dei primi 157 animali ha permesso di “fornire 56.875 kg di carne”, ha precisato il dicastero in un comunicato. La Namibia ha dichiarato lo stato di emergenza a maggio a causa di questa siccità che sta colpendo diversi paesi dell’Africa australe. Il Programma Alimentare Mondiale (Pam) delle Nazioni Unite aveva avvertito il mese scorso che circa 1,4 milioni di namibiani, quasi la metà della popolazione, stanno vivendo una grave insicurezza alimentare, con la produzione cerealicola crollata del 53% e i livelli d’acqua delle dighe ridotti del 70% rispetto all’anno scorso. (Ansa-Afp)
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