Animalisti contro la Regione Abruzzo: no all’uccisione di 500 cervi

Esemplari con gli orsi e pessimi con i cervi? Nel mirino degli animalisti finisce, in questi giorni, una delibera della Giunta regionale abruzzese dell’8 agosto scorso che autorizza, dal 14 ottobre, l’uccisione di quasi 500 cervi, cuccioli compresi, in due aree della provincia dell’Aquila. Nella zona “la densità di questi ungulati – spiega il Wwf Italia – sarebbe rispettivamente di 2,58 e di 2,39 capi per km quadrato, quindi di pochissimo superiore al valore soglia per autorizzare la caccia di selezione”, pari a 2 capi per km quadrato. L’associazione, che promuove anche una petizione online che ha già raggiunto le 70mila firme, si schiera nettamente contro l’Abruzzo definendo “provvedimento suicida” la decisione. L’Abruzzo – afferma Wwf – “non si trasformi da regione dei parchi a parco giochi per cacciatori. Il presidente Marsilio riconsideri la questione dell’abbattimento di animali divenuti ormai simbolo, in Italia e nel mondo, di questa meravigliosa regione. Una immagine positiva che la Regione rischia di cancellare per accontentare poche decine di cacciatori”.

APPELLI ALLA GIUNTA MARSILIO: CERVI SIMBOLO DELLA REGIONE, VANNO LASCIATI IN PACE

Un netto “no” anche da Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell’ambiente: “Non vorrei che l’Abruzzo, finora modello positivo di gestione della fauna selvatica, cominciasse a seguire il pessimo esempio del Trentino. I cervi sono il simbolo stesso, quanto l’orso marsicano, del ricchissimo patrimonio naturale di quei territori e vanno lasciati nella loro casa”. Anche l’attore Alessandro Gassmann con un post su Facebook è intervenuto in difesa dei cervi in Abruzzo, rilanciando l’appello del regista Riccardo Milani e del Wwf Italia.

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AGGIORNAMENTO DEL 29 AGOSTO 2024 – UN CUCCIOLO VALE 50 EURO

Il Wwf segnala come la delibera della giunta Marsilio assegni un “valore” agli abbattimenti: se abruzzesi, si devono pagare appena 50 euro per i piccoli di età inferiore ai 12 mesi, 100 euro per le femmine giovani e adulte, 250 euro per i maschi. Solo se il cacciatore proviene da una località fuori dall’Abruzzo, il costo del tiro a segno può arrivare fino a 600 euro.

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AGGIORNAMENTO DEL 2 SETTEMBRE 2024 – “INUTILE ABBATTERE I CERVI”

ENPA – “Non solo è crudele ma scientificamente inutile. Gli abbattimenti non sono mai stati una soluzione, come abbiamo visto con i cinghiali che dopo 25 anni di abbattimenti non si è risolto nulla, ci vuole la scienza. Non è la caccia ai cervi o ai loro cuccioli, atto che ha giustamente provocato tanta indignazione, la soluzione: parliamo di una densità appena superiore a quella che viene considerata la normalità, se la normalità esiste, dato che è la natura a dettare il numero degli animali che un determinato ambiente può sostenere e non dovrebbe essere l’uomo a dirlo”. Lo afferma all’Adnkronos Andrea Brutti, esperto fauna selvatica dell’Enpa in merito alla delibera della Regione Abruzzo che prevede il ‘prelievo selettivo di cervi’, cioè l’abbattimento di 469 cervi, tra cui anche cuccioli, durante la stagione venatoria 2024-2025 con anche un tariffario, cioè i cacciatori assegnatari dei capi da uccidere dovranno versare un contributo economico che varia dall’età al sesso dell’animale. “E’ un errore identificare la gestione della fauna selvatica con una gestione venatoria che è solamente ludico-ricreativa, – continua Brutti – E’ necessario fermare subito la delibera e interessare il mondo scientifico, il mondo degli esperti e sedersi a un tavolo per trovare soluzioni alternative alle uccisioni, perché ci sono. Intanto consideriamo che c’è anche l’inverno davanti, un selettore naturale per gli animali anziani ma anche per i giovani in realtà e quindi si va incontro ad una mortalità, ma ci sono soprattutto strumenti per la sicurezza delle strade e per la sicurezza e tutela dei campi agricoli. Esistono dissuasori olfattivi, sonori nonché recinzioni elettriche, anche alimentate ad energia solare, che possono tenere lontani gli animali. Invece di elargire favori ai cacciatori e rovinare l’immagine dell’Abruzzo, fermiamo tutto e troviamo insieme soluzioni alternative perché ci sono”.

OIPA – “Abbattimenti inutili, decisione che irrompe come un fulmine a ciel sereno”. Così Claudia Taccani, responsabile dell’ufficio legale di Oipa definisce la delibera della Regione Abruzzo che prevede il ‘prelievo selettivo di cervi’, cioè l’abbattimento di 469 cervi, tra cui anche cuccioli, durante la stagione venatoria 2024-2025 con anche un tariffario, cioè i cacciatori assegnatari dei capi da uccidere dovranno versare un contributo economico che varia dall’età al sesso dell’animale. “Un fulmine a ciel sereno perché a nostro parere l’Abruzzo è una regione che ha gestito la fauna selvatica sempre in modo corretto. – spiega Taccani – Il problema della convivenza di un numero rilevante di questi animali con l’uomo e con l’attività agricola, secondo noi, può essere affrontato assolutamente in maniera diversa: l’abbattimento non risolve il problema, ci sono tante misure preventive per evitare gli impatti negativi che gli animali possono avere sul territorio”. “Ci uniamo all’appello lanciato anche da altre associazioni affinché venga fermato l’abbattimento e venga annullata la delibera – conclude Taccani – e ci uniamo anche alla proposta di istituire un tavolo di esperti, di tecnici, come è stato fatto per i lupi o per gli orsi, intorno al quale tutte le parti interessate possano discutere e cercare di trovare soluzioni alternative e rispettare questi meravigliosi animali. Ed è triste il fatto che si parli di trofei, perché ci sono delle somme di denaro che i cacciatori devono versare a seconda si tratti di maschi femmine o addirittura cuccioli: è inutile, di cattivo gusto, la fauna selvatica va tutelata”.

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