Gli scienziati sono più vicini a capire cosa dicono i capodogli

Dopo anni di sforzi, gli scienziati stanno imparando gli elementi fondamentali del linguaggio dei capodogli. Gli studiosi che lavorano a stretto contatto con i circa 200 capodogli che vivono intorno all’isola caraibica di Dominica hanno descritto per la prima volta gli elementi di base delle loro comunicazioni, che un giorno potrebbero aiutarci a proteggerli meglio. I capodogli sono mammiferi altamente sociali e comunicano comprimendo l’aria attraverso il loro sistema respiratorio per produrre dei clic, impulsi brevi e rumorosi come se fosse una cerniera sott’acqua, spiega Ap. Anche se gli scienziati non sanno ancora esattamente cosa significano quei clic, hanno rilevato un “alfabeto fonetico” che le balene usano per costruire l’equivalente approssimativo di ciò che la gente considera parole e frasi. Questi mammiferi marini hanno il cervello più grande di qualsiasi animale del pianeta: pesa fino a 20 chili, ovvero sei volte la dimensione di un cervello umano medio. Vivono in gruppi matriarcali di circa dieci esemplari e talvolta si incontrano con centinaia o migliaia di altre balene.

SE RIUSCISSIMO A COMUNICARE CON LORO, COSA CI DIREBBERO?

Grazie all’intelligenza artificiale, oggi, l’analisi di milioni o forse miliardi di “conversazioni” è più accessibile, ma la prudenza è d’obbligo. “Non capiremo mai cosa significano i clic per un’altra balena – ha detto David Gruber, professore di biologia alla City University di New York e fondatore e presidente della Cetacean Translation Initiative (Ceti), un’iniziativa dedicata alla traduzione della comunicazione dei capodogli – ma forse un giorno saremo in grado di abbinare i clic delle balene al comportamento”. Del resto, questi animali tanto intelligenti forse potrebbero metterci in imbarazzo in un’eventuale conversazione. Se ci chiedessero di smetterla di trivellare il mare? Di solcarlo in superficie con navi commerciali e sott’acqua con sommergibili nucleari? O ci accusassero di provocare lo scioglimento dei ghiacci? Ci chiedessero di spiegare la plastica che vi abbiamo riversato, le navi che vi abbiamo affondato, le bombe nucleari che vi abbiamo fatto esplodere, i pesci che continuiamo a ipersfruttare? (nella foto di Carmelo Isgro – MuMa Museo del Mare di Milazzo/Reuters, un branco di capodogli al largo della costa di Milazzo, in Sicilia)

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