I gatti, se lasciati liberi di cacciare, sono “una piccola bomba ecologica”

Altro che gattini indifesi con le loro faccine da meme. Abbiamo dimenticato che il nostro “micio” domestico, in realtà appartiene alla specie dei Felis catus: felini. Predatori che amano la caccia, armati di artigli retrattili, denti affilati e visione notturna, in grado di uccidere oltre 2mila specie diverse per un totale di miliardi di animali ogni anno. Numeri impressionanti diffusi da un gruppo di ricerca dell’Università di Auburn, nello Stato dell’Alabama, Stati Uniti e pubblicati su Nature Communications, secondo cui almeno 350 delle prede dei nostri famelici gatti è a rischio estinzione. “Non conosciamo davvero nessun altro mammifero che mangi così tante specie diverse. I gatti mangiano ciò che è disponibile”, afferma l’autore principale dello studio, l’ecologo Christopher Lepczyk, sulle pagine di Scientific American. Se animali esotici come i pitoni, si legge in una nota, il pesce cinese e i rospi giganti sono ritenute specie invasive e pericolose per gli altri esseri viventi, i felini domestici, se lasciati liberi di vagare, possono scatenare una piccola bomba ecologica. Molto amati da noi umani, i gatti, negli ultimi 9mila anni sono stati addomesticati e diffusi ovunque sul pianeta, tranne in Antartide. Essendo carnivori puri, privi della capacità di digerire materiale vegetale, i gatti sono sempre in cerca di prede da cacciare o di carogne da ripulire.

NON SOLO TOPI: TRA LE PREDE ANCHE TARTARUGHE E BOVINI

Gran parte di questo lavoro di ricerca si è concentrato su ecosistemi nelle regioni del Nord America ed Australia, ma per colmare le lacune mancanti, Lepczyk e il suo team hanno analizzato oltre 530 articoli scientifici, libri e rapporti che coprono oltre 100 anni, creando di fatto il database più grande sul regime alimentare dei gatti. E quali sono le prede preferite? Delle 2.083 specie diverse consumate dai gatti, molte delle quali sono uccelli (981 specie), rettili (463) o mammiferi (431), insetti (119), anfibi (57). Sebbene prede comuni come topi, ratti, passeri e conigli fossero ampiamente rappresentate nella letteratura scientifica, il team ha anche trovato prove di gatti che si nutrivano di tartarughe marine verdi, emù e persino bovini domestici. Undici specie consumate dai gatti registrate nello studio, tra cui il corvo delle Hawaii (Corvus hawaiiensis), la quaglia della Nuova Zelanda (Coturnix novaezelandiae) e il ratto coniglio dai piedi bianchi (Conilurus albipes), sono classificate come estinte in natura. “I gatti sono un problema che possiamo risolvere – dice Lepczyk – soprattutto se si impedisce loro di vagare liberamente negli ecosistemi nativi. Le persone devono essere proprietari di animali responsabili”. (Adnkronos)

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