Come ogni anno, anche questo 16 agosto a San Rocco di Camogli, in Liguria, viene assegnato il Premio Internazionale Fedeltà del Cane. L’edizione di mercoledì prossimo, la 62esima, vede protagoniste “storie di coraggio, fedeltà, amore e rispetto, che porteranno alla luce la straordinarietà di un’amicizia antica, l’unicità della relazione uomo-cane”, scrivono gli organizzatori. Ecco alcune delle storie – in due puntate, qui la prima – dei cani premiati quest’anno, raccontate da Sonia Gentoso, da molti anni l’anima del Premio, che le ha selezionate e raccolte per 365 giorni.
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Era
Era, lupo cecoslovacco di 3 anni e mezzo, ha fatto in modo che la sua padrona si accorgesse della presenza di un uomo privo di sensi su un sentiero di montagna, permettendo così che l’uomo, colto da malore, venisse soccorso e quindi salvato. Dal 31 dicembre 2022, una data importante per Era e per Sara, si è ulteriormente arricchita la visione che da sempre quest’ultima ha avuto della sua lupa e al contempo del loro legame. Quel giorno, Era con Sara e il padre di lei stavano iniziando un percorso che portava al rifugio Capanna 2000, sopra la località di Oltre il Colle (Val Seriana). Naturalmente in presenza di persone e cani Era è sempre legata al guinzaglio, per rispetto e per buona convivenza pacifica, ma giunte in un punto dove non c’era nessuno nei dintorni, Sara la lascia libera di camminare e giocare con la poca neve trovata. Ad un tratto – e già questo di per sé è stranissimo dato che la neve le piace da impazzire – Era smette improvvisamente di giocare e si immobilizza, guardando dietro di loro. Sara però non vede nulla, quindi non dà peso alla cosa e prosegue di qualche passo in scioltezza. È in quel momento che Era parte nella direzione opposta a quella di Sara piagnucolando (lei praticamente non sa abbaiare e quindi Sara è molto perplessa) per poi tornare da lei e continuare a fare avanti e indietro. Non riuscendo in nessun modo a fermarla, Sara va nella direzione in cui la lupa sembra avere questo interesse, e vede un uomo a terra, privo di sensi. In quell’istante Sara, probabilmente con un tono di voce diverso, chiama per nome Era, che si ferma e va da lei; Sara la lega e la lascia al padre per correre dalla persona accasciata a terra e chiamare chi di competenza, spiegando con precisione le condizioni e soprattutto il luogo. Durante tutta l’attesa dei soccorsi, Era non ha distolto lo sguardo dalla sua padrona, dal signore con il malore e dalla sua compagna, sopraggiunta in conseguenza. Non solo, ha sorvegliato attentamente la situazione, emettendo i suoi strani versi, forse per lei abbai, per far sì che non si raggruppassero troppe persone. È intervenuta la VI Delegazione Orobica del Soccorso alpino e l’elisoccorso del Cnsas. Messo in sicurezza, il signore è stato trasportato da quel punto all’elisoccorso e quindi all’Ospedale. Una volta tornato a casa e ripresosi completamente, Valter Andreoli, oltre a ringraziare i soccorritori, ha voluto conoscere e abbracciare Era e Sara, le sue salvatrici. «La cosa che più mi ha colpita – dice Sara – è stata la compagna del signore svenuto che a fine di tutto l’episodio, è venuta da noi, da Era, esordendo “Brava bella, tu sei stata la migliore di tutti!” … Io ho realizzato soltanto dopo cosa fosse successo, come fossimo state davvero utili». La sua padrona è consapevole di quanto sia stata brava Era, senza sapere tutt’oggi che cosa l’abbia spinta ad avere quel comportamento. Certo si è mostrata da subito un po’ particolare, con la sua propensione all’empatia, all’avvertire il malessere (anche fisico) altrui. Aveva solo pochi mesi quando si è accorta che Sara, ignara di aver contratto il covid, era in preda ad una crisi respiratoria, quindi è riuscita ad aprire le porte della camera di Sara e dei genitori, che hanno immediatamente portato la figlia all’ospedale. Loro possono testimoniare quanto Era sia stata male in quel periodo. Ma una volta guarita, Sara e la sua lupa hanno iniziato ad uscire, a scalare le montagne, a cominciare dalle bellissime Orobie Bergamasche, a viaggiare dalla Corsica alla Costiera Amalfitana. Chi le conosce sa bene che loro due non si fermano mai e che sono sempre insieme, nei posti comuni come i ristoranti, nelle gite in città, in treno, in nave e pure in ruota panoramica! «Ci sarebbero veramente tante storie su di lei – conclude Sara – in ogni caso Era aveva già un’ottima base di partenza, quella di eroina, perché sopporta e supporta me, da quando le nostre vite si sono incontrate quel soleggiato sabato mattina di gennaio 2020».
(Sara Meloni, Telgate, Bergamo)
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Fly
Fly, meticcio di 6 anni e mezzo, fa sì che la sua padrona ritrovi l’anziano vicino, allontanatosi da casa fino a perdersi nel bosco. Fly, cagnolino non addestrato, otto chili di sensibilità e intelligenza, vive con la padrona Marcella e la sua famiglia a Brescia ma trascorre molto tempo a Sori dove risiede la mamma della padrona. E proprio qui in paese, in un tardo pomeriggio dello scorso aprile, la vicina di casa perde di vista il marito ottantenne con problemi di memoria dovuti all’età. Chiama Marcella e insieme iniziano a cercarlo. Alcune persone dicono di averlo visto lungo il fiume all’altezza del pastificio e oltre; la vicina percorre la strada sul fiume, Marcella la carrozzabile fino al ponte dell’autostrada per poi scendere pure lei al fiume. Una signora dell’ultima casa ha riferito di averlo visto passare. Da lì in poi la strada si fa sempre più ripida fino a diventare sterrata per poi perdersi nel bosco. Impossibilitata a proseguire, la moglie del signore decide di fermarsi. Invece Marcella e Fly affrontano il percorso in salita, sostando ogni due tornanti per riprendere fiato, ma continuando a chiamare per nome il vicino. Circondata da dirupi e bosco fitto, Marcella inizia a provare paura mentre Fly appare tranquillo e sembra voler comunicare qualcosa drizzando le orecchie verso la montagna. Contro ogni logica – era troppo ripido per un signore anziano col bastone – Marcella sceglie di fidarsi dei segnali e dell’istinto di Fly. Tenendolo a guinzaglio per paura di perdere anche lui, che non ha alcun tipo di addestramento, fa un altro pezzo in salita e poco dopo trova il vicino. Si era fermato perché sentiva chiamare il suo nome, ma non rispondeva e neanche era più in grado di tornare indietro. Una discesa ripidissima e dissestata, un signore anziano col bastone, sfinito e spaventato da sorreggere, ma alla fine, anche grazie a Fly che non ha mai tirato, piano piano ce l’hanno fatta! Senza Fly Marcella sarebbe tornata indietro e neppure osa pensare a quanto sarebbe potuto accadere col sopraggiungere del buio. La cosa singolare è che Fly era stato trovato in montagna dalla figlia adottiva di Marcella; un piagnucolare sommesso l’aveva portata da quel corpicino, che poteva avere pressoché un mese, abbandonato al gelo dentro una scatola di scarpe. È affettuoso con tutti e la convivenza con la gatta più anziana di lui lo porta spesso a mostrare la sua indole protettiva, quasi di cane pastore. I cani hanno sempre ragione, ma forse Fly un po’ di più.
(Marcella Rossi con Ferruccio Archetti e le figlie, Brescia)
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Jammer
Jammer, pastore tedesco maschio di 3 anni, della Squadra Cinofili della Guardia di Finanza, in soli 12 mesi di servizio si è distinto per i risultati ottenuti nel ritrovamento di sostanze stupefacenti. Jammer GF 4394, splendido pastore tedesco di 3 anni, è ausiliare cinofilo specializzato antidroga, in servizio presso la Squadra Cinofili della Compagnia Pronto Impiego di Genova da soli un anno e due mesi. La staffetta generazionale, anche in questo caso, ha dato i suoi frutti. Jammer, impiegato in attività giornaliera per il contrasto allo spaccio ed all’illecita detenzione di sostanze stupefacenti, si è dimostrato capace, in breve tempo, di adattarsi ed ambientarsi al nuovo scenario operativo. Questa, specialmente nei cani antidroga di nuova assegnazione, è da considerarsi una peculiarità assai rara. Peculiarità grazie alla quale, in appena 12 mesi di servizio, si sono conseguiti importanti risultati nel campo della lotta al narcotraffico con il rinvenimento, complessivamente, di 10,5 chili di Marijuana e 36 chili di Hashish, con la conseguente denuncia a piede libero dei due responsabili.
(Ritirerà il Premio il conduttore di Jammer, il Finanziere Cinofilo Fiorenzo Ruggio; saranno accompagnati dall’Istruttore Cinofilo Luogotenente Corrado Di Pietro, Compagnia Pronto Impiego, Guardia di Finanza, Genova)
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Kora, Fendi e Ludo
Kora, labrador di 2 anni e mezzo, Fendi e Ludo, labrador di anni 8 e 12, angeli a 4 zampe della SICS, in servizio di sorveglianza presso il litorale di Genova Voltri hanno salvato tre fratelli. Sono oltre trecento i bagnini a quattro zampe della Scuola Italiana Cani Salvataggio impiegati nelle spiagge libere più affollate e che ogni estate salvano vite umane. Insieme al loro compagno di lavoro umano sono in grado di affrontare il mare in tempesta, di lanciarsi da una motovedetta in corsa o addirittura dall’elicottero. Sono cani speciali che riescono a trasportare a riva fino a tre persone contemporaneamente grazie alle loro potenti zampe. Lo scorso agosto tre di loro hanno salvato tre fratelli. In sorveglianza presso la “spiaggia dei bambini” di Genova Voltri, le due unità cinofile composte dal cane Kora (al suo primo servizio) con Katia, e dai cani Fendi e Ludo (dieci anni di esperienza) con Loredana, vengono preallertate dal caposervizio di prestare particolare attenzione ai bagnanti coi gonfiabili e ai nuotatori che si allontanano dalla riva, in quanto le condizioni di mare calmo ma di forte vento da terra, avrebbero potuto facilmente sospingerli al largo rendendo difficile il rientro. Verranno infatti avvistati due gommoni ad oltre 150 metri dalla riva ed è subito chiaro, ancora prima di vedere col binocolo i ragazzini remare convulsamente nel tentativo di riguadagnare la riva, che qualcosa non va. Prontamente scatta la richiesta di intervento di Loredana con Fendi e Ludo e di Katia con Kora. Al loro arrivo, sul primo natante è presente una bambina di 8 anni mentre il fratello di 12, in acqua, tenta inutilmente di trainarla verso terra. Anche il ragazzino è messo in sicurezza sul gommone la cui cima viene affidata a Kora che riporta tutti a riva. Katia rientra accanto a lei e ai ragazzi cercando di tranquillizzarli, soprattutto la bambina; a seguire, Loredana con Fendi e Ludo e il secondo gommone con il terzo fratello quattordicenne. Finalmente sono tutti al sicuro, tra le braccia di mamma e papà (un diplomatico straniero), ed ecco scattare mille coccole e complimenti per i fantastici bagnini a 4 zampe con le inevitabili foto di rito per immortalare il lieto fine. L’intervento, come orgogliosamente sottolinea Ferruccio Pilenga, istruttore e fondatore della SICS, è stato coordinato dal caposervizio Gino Dylan Candeloro, in costante contatto con la sala operativa della Capitaneria di Porto, pronta a inviare mezzi navali a supporto, qualora ce ne fosse stato bisogno. Il servizio di sorveglianza per garantire la sicurezza del litorale viene svolto da undici anni, in collaborazione con la Guardia Costiera, dalle Unità Cinofile da Salvataggio SICS. I loro cani sono forti, capaci di un’energia esplosiva in acqua, ma anche molto docili con bambini e anziani. «Se la incontrate in spiaggia – dice Katia, riferendosi alla sua Kora – fatele una carezza e sarà vostra amica per sempre!».
(Con Kora, Katia Dell’Acqua; con Fendi e Ludo, Loredana Angotti, Milano – Insieme a loro, il caposervizio Gino Dylan Candeloro, Genova)
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Nana, Maggie e Marta
Nana, meticcia di 14 anni circa, dopo 8 anni vissuti in una cassapanca, ha trovato la luce. Con Nana, Maggie e Marta, meticcia e golden retriever di 10 e 5 anni, che corrono felici su tre zampe e NINA, meticcia di 6 anni – insieme ad Antonella – sono la prova che l’amore può far rinascere alla vita. Ogni piccolo gesto è importante; il solo dare un abbraccio, una carezza, che è un po’ come separarsi da una piccola parte di sé per donarla all’altro e far sì che si senta meno solo, aiuta a capire cose che spesso si sono ignorate. È così che si rivelano le persone belle, semplicemente nella loro sensibilità e bontà d’animo. E non c’è niente di più straordinario di chi in silenzio ne fa una scelta di vita, come Antonella, che da sempre ha aperto il suo cuore agli animali, cercando anche di aiutare più cani possibile a trovare una buona adozione, facendo suoi appelli di volontarie per tanti cani che hanno subito violenze, maltrattamenti, o per cani sfortunati, portatori di handicap o semplicemente cani anziani e pertanto destinati a morire in un canile. Antonella vive con quattro meraviglie: Maggie, Nina, Marta e Nana. Ognuna di loro ci fa comprendere come con le giuste cure e attenzioni questi esseri speciali siano capaci di dimenticare o comunque andare oltre il male subito, di superare ostacoli anche fisici, come la disabilità. E lo fanno con una carica inesauribile di amore, di fiducia, di gioia di vivere. Nana è stata trovata dalle volontarie di un rifugio in Sardegna chiusa dentro ad una cassapanca dove riceveva per cibo nient’altro che pane secco. Dopo otto anni trascorsi nel buio di un cassone, della sua “non vita”, perché solo così si può definire, Nana, tra le amorevoli braccia di Antonella, è rinata alla vita! Lei sembra voler assaporare ogni più piccola cosa, ma al di sopra di tutto, lei ama, cerca proprio la luce. Come se non bastasse, si è scoperto al momento della sterilizzazione che alla piccola, con il suo utero sfruttato e tumori a una fila di mammelle, avevano anche fatto fare sicuramente tanti cuccioli. Ancora oggi dopo sei anni di vita insieme Nana è per Antonella una sorpresa continua. Maggie invece è una cagnolina timida, gentile, la prima tripode entrata a far parte della vita di Antonella, che ancora non sapeva quanto quest’essere speciale, apparentemente ignaro di avere solo tre zampe, le avrebbe fatto conoscere un mondo nuovo, pieno di soddisfazioni. Maggie ha perso la zampa probabilmente dopo essere stata investita da un auto, invece Marta è nata con una zampina in meno. Antonella ha visto la sua foto quando la cucciola tripode aveva solo sei mesi e se ne è innamorata. Successivamente Antonella ha ritenuto opportuno, con una protesi mobile, darle un aiuto ulteriore, utile a fare fisioterapia, a ritrovare il giusto assetto ed equilibrio posturale. Marta è un cane esuberante, sempre felice, o meglio è l’allegria fatta cane! Ultima arrivata, Nina, anche lei, tanto bisognosa di cure, proveniente, come Marta e Nana, dal rifugio rifugio di Gonnosfanadiga in provincia di Cagliari, dove Antonella si reca almeno una volta all’anno e dove ripetutamente conosce cani con storie davvero difficili. Tutte sono storie incredibili, ma quella di Nana, è la storia della rinascita. «Con lei – dice Antonella – ho scoperto quanta “grandezza” può esserci in un piccolo cane che mi ha insegnato come dopo tanto buio si può trovare la luce!». Un “Premio fedeltà” a Nana, con Maggie, Marta e Nina e un “Premio bontà” ad Antonella.
(Antonella Gallini, Genova)
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Thor
Thor, lupo cecoslovacco di 2 anni, ha aiutato il suo padrone ammalato di Covid in forma grave a risollevarsi e a ritornare alla vita. Ora insieme scalano montagne. L’amore di un cane può far ritrovare la forza di reagire nei momenti difficili della vita? La risposta in questa storia non solo è affermativa, ma ha anche in sé la promessa di nuove piccole grandi imprese. Tutto inizia al tempo della pandemia quando il Covid colpisce duramente Carlo e la sua famiglia. Ammalato in una forma severa, dopo un mese costretto a letto, Carlo non riusciva neppure ad alzarsi. Era davvero provato, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Thor all’epoca, a soli due mesi e mezzo di età, era appena arrivato nella sua vita, e Carlo oggi non ha pudore nell’affermare: «Se sono tornato a vivere, nel vero senso della parola, il merito è suo, di Thor!». Thor, con la sua allegria, la sua presenza e le sue esigenze oggettive ha imposto a Carlo di riprendere tutto in mano, di ricominciare ad uscire, a passeggiare, aiutandolo anche nella riabilitazione. Iniziano così le lunghe camminate di Carlo e Thor, percorsi adatti ad entrambi, l’uno convalescente da un Covid importante, e l’altro ancora cucciolo. Una coppia speciale, che vede giorno dopo giorno rafforzare la conoscenza l’uno dell’altro, la fiducia, l’empatia. Thor, infatti, sembra anche accorgersi dell’umore di Carlo a tal punto da modificare il suo comportamento di conseguenza. Passo dopo passo, arriveranno nuovi traguardi, perché la coppia inizierà, nel vero senso della parola, a scalare le montagne fino a raggiungere il Breithorn, a 4 mila metri di altezza. Poi c’è il sogno di un’impresa straordinaria, ovvero raggiungere il record attuale di 4.800 metri di altitudine per il dog-trekking, scalando il Monte Bianco. Ma dovrà avvenire nei tempi e nei modi più corretti, in completa sicurezza, perché nessuna impresa si improvvisa, tanto meno in montagna. Sarà per Carlo un’esperienza da vivere con la massima cautela e nella consapevolezza di essere anche responsabile della vita di Thor, il meraviglioso compagno a quattro zampe che ha salvato la sua stessa vita. «Per questo mi sento di dire a tutte quelle persone che possono trovarsi a vivere loro malgrado un momento di difficoltà che la via d’uscita c’è; abbiamo il dovere di cercarla». E conclude Carlo: «Se ad aiutarci c’è un cane, è sicuramente più semplice venire fuori dal buio».
(Carlo Costa, San Colombano Belmonte, Torino)