Undici persone, su diciotto indagate, sono state rinviate a giudizio ieri dal gup Anna Bonsignorio del tribunale di Imperia con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al maltrattamento di animali e all’organizzazione di combattimenti tra cani. Si tratta dell’esito di un’indagine, coordinata dal pm Barbara Bresci e avviata nel 2015 dalla squadra mobile di Imperia. Cinque le associazioni animaliste che si sono presentate come parte civile: Lega del Cane, Enpa, Anpana, Nogez (guardie zoofile) e Lega Antivivisezione (Lav). Tutte hanno presentato richiesta danni, che sarà valutata nel corso del processo, la cui prima udienza è stata fissata al prossimo 6 giugno, davanti al giudice collegiale di Imperia. Per conto della Lav, in particolare (assistita dall’avvocato Piera Poillucci) è intervenuto Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio nazionale Zoomafia. “Si tratta di una delle inchieste sui combattimenti più importanti e complesse del nostro Paese – afferma Troiano – sviluppata sia sul territorio nazionale che all’estero, che avrebbe svelato, secondo l’accusa, una rete di individui dedita all’organizzazione di lotte tra animali e alla gestione delle altre attività illegali connesse”.
COINVOLTI ALLEVATORI DI DOGO ARGENTINI
Le indagini partirono nel 2015, quando di notte, sulla strada per Perinaldo, un passante udì guaiti e latrati provenire dal cassone di un pickup. Chiamò la polizia che scoprì un cane chiuso dentro una gabbia. Da lì gli investigatori risalirono al vicino allevamento di dogo argentini dei fratelli Alessandro e Maurizio Accardo (che ora figurano tra i rinviati a giudizio). E’ da quell’allevamento che decollò l’indagine del commissariato di Ventimiglia e della squadra mobile di Imperia. I reati sono stati consumati tra le province di Imperia, Milano e Torino, oltre che in Serbia. Dei diciotto indagati la posizione di cinque è stata trasmessa al tribunale di Pavia, dov’è in corso un processo gemello. Risulta, invece, prescritta la posizione del veterinario di Bordighera Alfonso Ioculano accusato di aver “falsamente dichiarato l’impianto di microchip a un esemplare di American Staffordshire terrier”. (Ansa)
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