Ratzinger e i gatti: una passione interrotta solo davanti alle stanze papali

Fin da bambino Joseph Ratzinger – il Papa emerito Benedetto XVI si è spento stamattina a 95 anni – ha avuto una particolare predilezione per i gatti, che ha coltivato anche durante i lunghi anni da arcivescovo e poi da cardinale. Fino al momento in cui venne eletto Papa visse con due gatti all’interno del suo appartamento in Vaticano come prefetto della Congregazione della dottrina della fede. Due amici felini che dovette necessariamente abbandonare nel momento in cui gli venne affidata la carica di Sommo Pontefice, per la ragione che gli animali non sono ammessi nella residenza papale. Nel libro “Mio fratello il papa” il fratello Georg Ratzinger racconta che fin da quando Joseph era un semplice sacerdote e svolgeva il ruolo di professore di teologia nel 1968 in Germania egli aveva una particolare simpatia per il gatto di un vicino che gli faceva visita ogni giorno: era un soriano di nome Chico.

A BIRMINGHAM BENEDETTO XVI STREGATO DAL GATTO PUSHKIN

Nel 2005 il cardinale Tarcisio Bertone raccontò ai giornalisti che nelle passeggiate pomeridiane a Borgo Pio, il quartiere in cui entrambi all’epoca vivevano, a ridosso delle Mura Vaticane, Ratzinger si fermava spesso ad accarezzare i gatti che incontrava per strada. Nel settembre 2010 durante il viaggio apostolico nel Regno Unito, Benedetto XVI, già notoriamente amante dei gatti, mentre era in visita all’Oratorio di Birmingham fu attirato dall’insistente miagolio del micio portato in braccio da uno degli Oratoriani presenti. Le cronache del viaggio papale raccontano che il pontefice volle accarezzare quel gattino di nome Pushkin, agghindato di un nastro color giallo e bianco vaticano. Le foto dell’incontro tra il Papa e il gatto fecero il giro di tv e tabloid (nella foto in alto).

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