Proposta in Manovra: 150 euro l’anno per ogni animale iscritto all’anagrafe

AGGIORNAMENTO DEL 10 DICEMBRE 2022 IN CODA – TUTTI GLI EMENDAMENTI DEI PARLAMENTARI “ANIMALISTI”

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Un assegno di 150 euro annui per ogni animale d’affezione che vive in famiglia e iscritto nella relativa anagrafe di importo massimo pari a 450 euro annui. E’ quanto propone Forza Italia in un emendamento a prima firma Michela Vittoria Brambilla. L’assegno è corrisposto a condizione che il nucleo familiare di appartenenza dell’intestatario dell’animale richiedente l’assegno abbia un Isee non superiore a 15mila euro annui. L’assegno è corrisposto, previa domanda, dall’Inps. Qualora il nucleo familiare abbia un Isee inferiore a 7mila euro l’assegno è raddoppiato e comunque di importo massimo pari ad euro 900 annui. (Ansa)

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AGGIORNAMENTO DEL 10 DICEMBRE 2022 – TUTTI GLI EMENDAMENTI DEI PARLAMENTARI “ANIMALISTI”

Dalla riduzione dell’IVA su alimenti per animali e cure veterinarie al rifinanziamento del fondo per la lotta al randagismo con particolare riferimento alla Sicilia e alle altre Regioni del Sud, dalle risorse per la transizione ad un allevamento senza gabbie a misure per la tutela degli animali selvatici. Sono le proposte contenute nel pacchetto di emendamenti alla legge di Bilancio messo a punto da Michela Vittoria Brambilla (Misto) e sottoscritto dai deputati che nella legislatura appena iniziata hanno aderito all”Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la tutela dell’ambiente’. “Scopo dell’iniziativa – spiega Brambilla – è di integrare il testo del governo con misure per agevolare le famiglie che convivono con animali, per tutelare gli animali e promuoverne il benessere, per salvaguardare la biodiversità. Alcuni emendamenti, in diverse formulazioni, hanno il fine di ridurre gli oneri fiscali indiretti sui proprietari di animali d’affezione e perciò prevedono, indicando adeguate coperture, di portare al 10 per cento l’IVA sulle prestazioni veterinarie e al 10 e al 4 per cento quella sugli alimenti per gli animali d’affezione. Per le prestazioni veterinarie finalizzate all’identificazione e al controllo della riproduzione l’esenzione dall’IVA dovrebbe essere totale”. “Sono proposte da considerare attentamente – sottolinea Brambilla – innanzitutto come applicazione concreta del principio “one health” (salute unica per uomini e animali), di cui da tempo l’Organizzazione mondiale della Sanità si fa portavoce, ma anche quale strumento per stimolare l’economia: il comparto degli alimenti e della cura per gli animali d’affezione è uno dei più dinamici perfino in tempi di crisi. Hanno un evidente scopo sociale anche la proposta di introdurre un assegno una tantum di 150 euro ad animale (massimo 3) per le famiglie con animali conviventi e un ISEE fino a 15 mila euro e quella di estendere a cure o decesso dell’animale d’affezione la possibilità di ottenere il permesso di assentarsi dal lavoro. Per la lotta al randagismo è previsto il rifinanziamento (4 milioni) del fondo istituito a questo fine dalla legge 281/91 con criteri di assegnazione preferenziali per il Sud. Una quota del Fondo per l’innovazione in agricoltura è destinata alla transizione verso un allevamento senza gabbie, secondo l’Iniziativa dei cittadini europei cui la commissione ha dato risposta favorevole. Uno stanziamento è finalizzato a coprire le spese di custodia di animali impiegati nei combattimenti e di quelli affetti da problematiche comportamentali”. Tra le misure per la tutela della biodiversità spiccano il rifinanziamento del Fondo per il recupero e la cura degli animali selvatici, la sperimentazione del vaccino contraccettivo Gonacon (utile per il controllo incruento delle popolazioni di ungulati), la creazione di corridoi faunistici sulle strade più attraversate dagli animali, la formazione dei carabinieri forestali, il divieto di importare e riesportare trofei di caccia grossa. “Nel predisporre gli emendamenti – ricorda l’on. Brambilla – abbiamo tenuto conto delle osservazioni delle associazioni e delle categorie interessate”. Un tema che l’Intergruppo torna a sottolineare con forza è quello degli eccessivi oneri a carico dei proprietari di animali d’affezione: il 42 per cento degli italiani, secondo l’ultima indagine Doxa per Assalco-Zoomark (2022). “Ridurre l’IVA sui prodotti e sui servizi necessari per mantenere un animale da compagnia è giusto e utile – afferma la deputata – in una fase storica in cui le famiglie annaspano e l’economia ha bisogno di rilancio. La strada dell’aliquota ridotta è stata imboccata da altri Paesi europei, come la Germania e la Spagna. Gli animali da compagnia non sono “un bene di lusso”, ma, a tutti gli effetti, veri e propri membri della famiglia. Di questo fatto occorre tener conto”. Non superano la “tagliola” dell’ammissibilità in commissione Bilancio della Camera l’istituzione a firma Quartini di un ‘Garante Nazionale dei Diritti degli Animali‘, così come non viene ammesso l’emendamento Brambilla che introduce il diritto per il lavoratore di usufruire di un permesso retribuito di due giorni lavorativi all’anno in caso di decesso o di documentata grave malattia dell’animale d’affezione convivente. Anche la proposta a firma Di Lauro, che prevede la possibilità per i comuni di vietare il servizio di piazza a trazione animale o con slitte, non supera la scure dell’inammissibilità.

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